La Maremma: terra di incursioni dei pirati per secoli. E allora parliamo di Porto Ercole, la notte dei pirati e il Barbarossa, tra storie, paura ed eventi.
Ci siamo già occupati delle scorribande della prima metà del 1500 del famoso pirata Khayr al-Din, conosciuto come Barbarossa, nell’arcipelago toscano. Abbiamo parlato in proposito di Talamone e dell’Ammiraglio Bartolomeo Peretti (clicca qui); e di Collecchio nell’attuale territorio del Comune di Magliano in Toscana per quanto riguarda l’intreccio tra storia e leggenda sulla fanciulla rapita dal pirata, conosciuta come la bella Marsilia, la senese Margherita Marsili (clicca qui).

Quest’oggi voglio occuparmi di Porto Ercole, antico borgo marinaro sulle pendici del promontorio dell’Argentario, oggi ambita meta di numerosi villeggianti che ancora possono apprezzare le sue tante bellezze: la sua storia ben visibile con i suoi Forti (come il conosciutissimo Forte Stella dalla forma particolare); il suo paese antico con la bellissima vista dall’antica Chiesa di S. Erasmo; il suo porto dove si possono trovare pescherecci, barche da diporto sia a motore che splendide vele di tutte le dimensioni insieme alle barche dei paesani attaccati alla loro tradizione marinara come le case sulla roccia.
Quando dico “antico borgo” è perché le origini di Porto Ercole sono veramente antiche: nei pressi del paese, vicino Cala Galera, ci sono stati ritrovamenti di una necropoli etrusca. Si pensa che il nome Ercole dato al Porto sia proprio dovuto al fatto che tale necropoli sia collocata nel settore dello zodiaco etrusco che corrisponde alla Costellazione di Ercole.
E non dimentichiamo che Porto Ercole è conosciuto a livello mondiale anche per un’altra vicenda: la morte del famoso pittore Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, avvenuta nei pressi del paese nel 1610, e che oggigiorno colloca Porto Ercole tra i luoghi Big degli appassionati di arte.

Porto Ercole: la Notte dei Pirati e il Barbarossa.
Torniamo alle incursioni dei pirati barbareschi e saraceni che per secoli imperversarono nelle nostre coste, spingendosi verso l’interno alla ricerca di acqua, legname e selvaggina.
Come testimonianza di tale periodo storico sono rimaste le numerose Torri di Avvistamento sulla costa e Forti, costruiti dalle varie dominazioni che si succedettero sul territorio dal Medioevo fin quasi all’Unità d’Italia.
A tal proposito ti ricordo: il mio articolo sulla Festa delle Torri del 2019 all’Argentario (clicca qui); e il mio articolo che spiega come mai Porto S. Stefano, più scoperto di protezioni, abbia un’origine molto più recente del resto dei paesi maremmani (“Perché P.S.Stefano è recente: la verità dimenticataclicca qui).
Tornando appunto nel 1500, agli anni in cui era il pirata Barbarossa a razziare le nostre coste, segnaliamo l’anno 1544 in cui il famoso pirata saccheggiò il borgo di Porto Ercole. Sì, proprio lui, che nell’immaginario collettivo dei bambini chissà dove viene collocato geograficamente, …lui invece navigava anche nelle nostre acque dell’Arcipelago Toscano! E in quel lontano 1544, ancora una volta, si rese protagonista di un episodio così feroce anche all’Argentario.

Faccio una breve ma importante precisazione: in questo mio scritto, come in altri, chiamo il Barbarossa “pirata” perché così è conosciuto da tutti noi fin da piccoli. In realtà il Barbarossa non fu un pirata ma un corsaro e un Ammiraglio della flotta del Sultano Ottomano: agiva quindi sotto mandato e non per solo tornaconto personale.

Sono passati quasi 500 anni da allora, meno da altri episodi di pirateria, ma a Porto Ercole il ricordo è stato trasformato in folklore, attraverso una festa che in alcuni giorni di Primavera riesce a rievocare in maniera perfetta il periodo storico degli attacchi dei pirati.
L’incredibile evento si chiama appunto “La notte dei pirati” e per alcuni giorni trasforma la tranquilla Porto Ercole in uno scenario di antiche e paurose incursione piratesche, con centinaia e centinaia di figuranti a rappresentare le ciurme dei pirati, barche che assaltano la riva, caccia al tesoro, fuochi d’artificio e tanto altro. Tutta Porto Ercole partecipa all’evento per il piacere dei numerosi turisti e i locali del porto sembrano trasformarsi in covi dei pirati. Forse una delle migliori rappresentazioni storiche d’Italia! Online si trovano siti e date al riguardo.
Dalla parte opposta dell’Argentario, a Porto S. Stefano, il ricordo di un altro episodio riguardante marinai e saraceni è all’origine di una manifestazione seguita con passione dai santostefanesi: il Palio Marinaio dell’Argentario (clicca qui per il mio scritto), antica testimonianza del patto tra gli abitanti e il mare.
Per chiudere il cerchio sulle incursioni saracene, mi rimane di scrivere sulle vicende della meravigliosa Isola del Giglio, lasciate per ultime non certo per importanza. Se la risposta del pubblico a questa serie di articoli sarà ancora così positiva, sicuramente arriveremo anche a parlare della famosa isola. La mia speranza è sempre quella di incuriosire e coinvolgere sempre più persone alla nostra bella Maremma, che dal mare al suo entroterra regala paesaggi  surreali, storia, leggende e arte.

Nel frattempo ti invito a seguire, all’interno della sezione Curiosità e Consigli, l’intera categoria Maremma (clicca qui), nella quale ti ricordo altri miei articoli come:
Talamone e l’acquario della Laguna di Orbetello (clicca qui),
Kirk Douglas, l’Argentario e Talamone (clicca qui),
Il Papa di Sovana (clicca qui),
Il Paladino Orlando, la Maremma e il Viterbese (clicca qui),
Manciano e il Palio delle botti (clicca qui),
I Domizi Enobarbi a Porto S. Stefano e… (clicca qui),
Atlantide vicino all’Argentario? (clicca qui)
E per gli appassionati di libri locali, ti segnalo all’interno della sezione LIBRI del blog, la seguitissima categoria AUTORI LOCALI (clicca qui), in cui parlo degli scrittori di Argentario e Maremma.
Buona lettura con paginecuriose.it .