Estate in Maremma nel tempo che fu. Parliamo del Lago Scuro presso Manciano, in un passato molto lontano ma ricordato da tradizioni e leggende.
Com’era, secoli fa, il lavoro nelle campagne, quando tra i tanti prodotti regnava il grano?

Il sole è alto nel cielo. I contadini sono a lavoro nei campi, berretto in testa e fazzoletto per asciugarsi il sudore che copioso scende dalla fronte. Le braccia e la schiena fanno male. Pesa la falce, pesano tutti gli attrezzi che servono per lavorare. La mietitura è dura, ma si va avanti, perché la fatica è l’unico modo per farla, …e si deve mangiare e dar da mangiare alla famiglia. Man a mano che si procede, il vocio degli uomini diminuisce al rallentar delle forze. Ed è adesso che più si fa sentire il caldo, quel sudore che scende, il rumore delle falcette delle donne a lavoro poco distanti, la voce di altre donne e bambini in lontananza che si muovono per portare da bere e preparare il pranzo, e il rumore del mondo.
Lontananza: dove arriva lo sguardo stanco dei contadini mentre stanno lavorando. Una distesa gialla di grano e, dietro, le verdi colline incastonate sotto un cielo azzurro intenso e senza nuvole. Perché Luglio è così, avvolto in un caldo intenso interrotto solamente dal respiro e a volte da un po’ di brezza pomeridiana.
Gli steli cadono, vengono legati, le forche li raccolgono. I buoi sono già pronti nell’aia, insieme alle pale pronte per lasciar volare via nel vento: gluma, paglia e tutto quello che non serve. Perché anche la trebbiatura è dura e i canti servono solamente per scacciare la fatica e i cattivi pensieri di una vita difficile, ma pur sempre onesta e giusta, che rende gli animi tranquilli.
Sì, gli animi nella quotidianità sono tranquilli. Tra amore, lavoro, felicità, tristezza, sacrifici, dolore di un viver breve -a volte troppo-, l’animo sballottato tre mille emozioni è invece in pace, perché afferra il presente, pur duro che sia. Afferra il fruscio delle foglie al vento, il bel riposo sotto l’ombra di un albero, il canto dei grilli, il sorriso di un bambino, il bacio dell’amata, il chiarore della luna, la quiete di una cena in famiglia tra le mura domestiche, il rumore della pioggia, il profumo dell’erba bagnata, e tanto altro “presente”.
Siamo nel tempo in cui la vita è semplicemente ma profondamente legata alla natura e al duro lavoro che le viene offerto in cambio del cibo quotidiano. Ma l’animo è in pace.
È il tempo in cui non si rincorrono le ore o i minuti perché non ci sono gli orologi ai polsi o nei taschini. Le persone seguono il ritmo del giorno e della notte, la posizione del sole nel cielo, i rintocchi delle campane, il susseguirsi delle stagioni.
Per questo duro lavoro le persone chiedono la protezione ai Santi. Con umiltà si capisce il proprio limite e ci si rivolge alla Fede, per arrivare dove con le sole proprie forze non si può arrivare. I Santi proteggono, portando la richiesta d’aiuto al Cielo.
E le preghiere partono dalle case modeste, dai campi, dalle colline e dal mare. Contadini, pastori o pescatori che siano, gli uomini lavoravano per vivere, immersi nella natura. E sono gli anni nei quali il confine tra storia, fede e leggende non è così netto, lanciandosi nel tempo futuro come un bacio tirato al vento. …E giungendo, nei racconti tramandati a voce fino ai nostri giorni, come i colori sfumati del cielo in un tramonto, mescolati lievemente senza un confine preciso tra realtà e immaginazione.
È il tempo in cui questa Fede molto sentita porta tanto rispetto per i propri Santi. E così, nei campi il giorno dedicato a S.Anna non si lavora. Nonostante sia il 26 Luglio, in un periodo di intenso lavoro perché il grano non può aspettare, in questo giorno invece tutto si ferma.
S. Anna e S. Gioacchino sono i genitori di Maria. S. Anna è la protettrice delle donne in gravidanza e delle madri, ma in molte zone d’Italia viene anche invocata come protettrice della terra e delle attività agricole.
Fede e rispetto per i Santi: preghiere per le proprie richieste, ma anche attenzione alle ricorrenze.
Il 26 Luglio in molte zone d’Italia, riconoscendo la protezione di S. Anna nel lavoro agricolo, nei campi proprio non si deve lavorare: segno di profondo rispetto per la propria Fede.
Ed ecco la storia e le tradizioni che si mescolano alle leggende.

Il Lago Scuro presso Manciano.
Alcuni amici di Manciano mi hanno segnalato la particolare leggenda di questo luogo. E così ho iniziato ad informarmi.
Siamo in quel tempo antico che ho raccontato sopra, distante ormai secoli.
In un campo nel territorio di Manciano, tra pian di Poccetta e Pian di Menta, una famiglia con i propri operai decidono di non rispettare questa Fede. E così il 26 Luglio, giorno di S. Anna, lavorano nei campi perché il grano per loro non può attendere.
Mentre sono nell’aia per la trebbiatura, la leggenda narra di un forte boato: la terra sprofonda sotto i loro piedi, inghiottendo uomini, animali, grano, attrezzature. Inizia a zampillare l’acqua e velocemente tutto viene sommerso, formando un lago: il famoso Lago Scuro presso Manciano (GR).
Come si vede dalla foto di copertina e dalla foto qua sotto (scattate da Natascia Bisconti e Roberto Barbini), il Lago Scuro di Manciano si nota oggigiorno per il suo aspetto cupo dovuto all’ombra degli alberi circostanti. Adesso, in questo luogo della Maremma immerso nella pace della natura, regna il silenzio.

Lago Scuro Manciano foto2
Ma la leggenda della formazione del lago è viva nella tradizione maremmana. Si narra ancora che nella notte che precede il 26 Luglio, nelle vicinanze del Lago Scuro di Manciano si sentano ancora i rumori della vita di allora sepolta dalle acque: canti, voci e rumori di animali, a invitare gli agricoltori di oggi ad onorare la festività di S. Anna con il riposo.
Questa leggenda è riportata, oltre che oralmente, anche da diverse fonti online di siti del territorio e scritti, tra cui quelli di Alfio Cavoli, l’autore del libro “Leggende della Maremma e della Tuscia”, del 1993, Scipione Editore. Sotto, il link per acquistare su Amazon.it la successiva edizione ampliata:

Altre leggende simili.

Leggende molto simili su sprofondamenti di terreno nel giorno di S.Anna del 26 Luglio sono curiosamente presenti in riferimento a molti altri luoghi della Maremma grossetana, come il Laghetto di S. Floriano presso Capalbio, la località Sprofondàti (o Sprofondi) sul Tombolo della Giannella, il Lago dell’Accesa presso Massa Marittima, il Lago di Monterotondo; e anche lo specchio d’acqua presso Rapolano Terme nel senese.
Tramite ricerche online e grazie all’aiuto di alcuni storici, sono riuscito a reperire molte informazioni.
Interessante ricordare una leggenda, non riferita al 26 Luglio, “all’opposto”, ossia quella secondo la quale il paladino Orlando (proprio lui, il famoso paladino di Carlo Magno), per bloccare una sorgente dentro Saturnia che guariva gli infedeli conquistatori della città, conficcò la sua spada nella vasca termale facendo prosciugare la sorgente miracolosa, la quale si prosciugò e si spostò più in basso verso le odierne Terme di Saturnia. Potete trovare questa e altre leggende sul paladino di Carlo Magno nel mio articolo: “Il Paladino Orlando, la Maremma e il Viterbese” (clicca qui).
Ho riportato questa ulteriore leggenda per segnalare che anche le sorgenti e i corsi d’acqua in Maremma spesso riconducono le proprie origini a particolari leggende.
Ma torniamo alle leggende sul giorno di S. Anna e il laghi.
Per quanto riguarda il Lago di S. Floriano presso Capalbio (GR), si narra che, sempre in un lontano passato del 26 Luglio, alcuni contadini che stavano lavorando in un terreno con un carro trainato da una coppia di buoi, vennero inghiottiti da una voragine, che si riempì di acqua dando origine al lago. Da allora si narra che ogni notte di S. Anna si possono ascoltare voci e il cigolio del carro.
Il Lago dell’Accesa vicino Massa Marittima (GR), secondo una leggenda, fu originato ugualmente da uno sprofondamento del terreno. Si narra che il 26 Luglio del 1218 il proprietario di un terreno, detto il Turco per la sua lontananza dalla Fede cristiana, fece lavorare ugualmente gli operai. Verso Mezzogiorno furono tutti inghiottiti, insieme ad animali e piante, in una voragine fatta di crepe e lingue di fuoco che uscivano dal terreno, spente da una successiva pioggia che diede origine al Lago dell’Accesa. Da allora, secondo la leggenda, ogni notte del 26 Luglio le vittime tornano a farsi sentire con urla di dolore.
Per quanto riguarda la leggenda del Lago Boracifero vicino Monterotondo Marittimo (GR), si narra che in quella zona molto adatta alla coltivazione del grano, agricoltori superbi e sempre più orientati al denaro continuassero a lavorare anche nel giorno di S. Anna. Si avvicinò una vecchia per chiedere l’elemosina ma, tra lo scherno e l’euforia di tutti, cadde a terra nell’indifferenza generale. Solamente una piccola trovatella si avvicinò alla vecchia donna per aiutarla a rialzarsi. La vecchia allora invitò gli uomini ad onorare la festa di S. Anna e ad andare alla messa. Invece, tra ulteriori risate, riuscì solamente ad ottenere di farsi lasciare la bambina per condurre, almeno la piccola, alla celebrazione. Le due erano già lontane da quel luogo irrispettoso quando, nonostante il sereno, si udì un tremendo tuono. In pochissimo tempo, si aprì una voragine che inghiottì quegli uomini, gli animali e il grano, ed arrivò l’acqua a sommergere tutto. Fu così che, secondo la leggenda, si formò il Lago Boracifero presso Monterotondo Marittimo, dalle acque sempre torbe, come se non fossero in pace.
Ancora un’altra leggenda per quanto riguarda lo specchio d’acqua presso Rapolano Terme, in provincia di Siena. Qui i contadini che stavano lavorando alla trebbiatura nel giorno di S. Anna, furono inghiottiti dalla terra che sprofondava, sommersa dalle acque.
In riferimento alla località Sprofondàti sul Tombolo della Giannella, Orbetello (GR), possiamo dire che oggi è presente un antico casale, costruito secondo i canoni dei tipici casali agricoli con sopra le abitazioni dei mezzadri e sotto i locali per depositi e stalle, con scala interna in questo caso. Il nome del Casale Sprofondàti è dovuto allo stagno (presente nel Catasto Leopoldino) che in passato si trovava nelle vicinanze della costruzione. Lo stagno in questione, secondo una leggenda, era in precedenza un terreno in cui sprofondarono uomini e mezzi agricoli. L’antica leggenda narra infatti che in un passato lontano, proprio il 26 Luglio, un fattore senza alcun timore di Dio obbligò i suoi uomini a trebbiare il frumento, nonostante questi volessero osservare la festa di S. Anna. Mentre gli uomini stavano lavorando con attrezzi e animali, sulla zona si abbatté un improvviso e violentissimo temporale: si aprì una voragine che inghiottì uomini e bestie, e che in poco tempo si riempì di acqua. Secondo la stessa leggenda, ogni notte del 26 Luglio, nelle vicinanze si sentono rumori e lamenti, come monito per i vivi di onorare le tradizioni e le ricorrenze.
Le leggende del Lago Scuro presso Manciano e degli altri laghi menzionati sopra sono quindi tutte molto simili.

Un’altra curiosità. Si dice che alcuni di questi laghi siano senza fondo, a causa delle leggende e del colore scuro delle acque nelle quali non si vede il fondale. Certo è che alcuni laghi maremmani, in generale, hanno anche profondità importanti in rapporto all’estensione. Per dare qualche dato, per il Lago Scuro di Manciano si parla di pareti che raggiungono anche 15 metri. Per il Lago dell’Accesa si parla di una profondità tra i 20 e i 40 metri. Non pochi, direi.

Resta quindi il fatto che la vasta e meravigliosa Maremma è una terra ricca di storia, santi, arte, tradizioni e bellezze paesaggistiche come i suoi numerosi piccoli laghi di origine incerta. Una delle terre più belle d’Italia, tutta da visitare: dalle isole, al mio amato Argentario, alle coste e al bellissimo entroterra! Meravigliosa Maremma!
Ti consiglio di leggere il mio curioso articolo: “Origine del nome Maremma” (clicca qui).
Addirittura abbiamo delle leggende che collegano il mare tra Argentario, Isola del Giglio e Giannutri alla misteriosa civiltà di Atlantide. A tal proposito non perderti il mio articolo: “Atlantide vicino all’Argentario?” (clicca qui).

Qual è il confine tra realtà e fantasia?

Possiamo dire che in molte zone d’Italia non si lavorava nei campi nel rispetto del santo ritenuto protettore di quel faticoso lavoro.
S. Anna era o è considerata anche la protettrice della terra e dei lavori agricoli in molte zone dell’Italia centrale (tra cui la Maremma) ma anche in luoghi di altre regioni, fino alla Valle d’Aosta e addirittura alla Provenza (Francia).
In altre zone del Centro e del Sud Italia (soprattutto in Lazio e Abruzzo) si ricorda S. Vittorino, vescovo di Amiterno, vicino L’Aquila, celebrato il 24 Giugno.
In altre zone ancora, invece vengono ricordati soprattutto S. Giovanni Battista e S. Vito.
Per quanto riguarda la formazione dei laghi, in Italia e nel mondo sono presenti alcuni specchi d’acqua che sicuramente sono nati a causa di fenomeni di sprofondamento del terreno (Sinkhole) con conseguente riempimento ad opera di acque sotterranee. I fenomeni di sinkhole in tutto il mondo non sono poi così rari. Ti invito a leggere il mio articolo: “Cos’è un Sinkhole? Spieghiamolo in parole povere” (clicca qui).
Un esempio in Maremma è il laghetto che si formò nella piana di Grosseto, in località Bottegone, a seguito della voragine che si aprì il 29 Gennaio 1999.
Quindi diciamo che potrebbe veramente darsi che qualche laghetto sopracitato nella Maremma sia veramente stato originato secoli fa da una improvvisa voragine. Ma proprio nel giorno di S. Anna, il 26 Luglio? Chissà.
Possiamo solamente ricordare che il 26 Luglio del 1805 avvenne il terribile Terremoto del Matese, in Molise, che interessò buona parte dell’Italia Centrale causando, in base alle stime di allora, circa 5.000 morti. Potrebbe questa data essere stata presa come data di riferimento da allora anche nelle leggende maremmane su voragini e morti nei campi? Chissà.

La mia speranza è quella di essere riuscito a contribuire nel ricordo di questa parte di tradizioni e leggende della mia bellissima terra, la Maremma. Certe storie sono così particolari che non possono essere dimenticate.

Rimango in attesa dei tuoi commenti.
Consigli dal blog.
Ti invito a seguire la categoria Curiosità e consigli-Maremma (clicca qui).
Oggi voglio segnalarti in particolare i miei scritti:
La bella Marsilia, dalla Maremma al Sultano (clicca qui) rossa come la bella Marsilia ,
Perché Porto S. Stefano è recente: la verità dimenticata (clicca qui),
Bartolomeo Peretti: Ammiraglio di Talamone contro il pirata Barbarossa (clicca qui),
Kirk Douglas, l’Argentario e Talamone (clicca qui) Kirk Douglas, ricordi da Argentario e Talamone ,
Il Papa di Sovana (clicca qui),
Il Paladino Orlando, la Maremma e il Viterbese (clicca qui),
Manciano e il Palio delle botti (clicca qui) Manciano foto ,
I Domizi Enobarbi a Porto S. Stefano e… (clicca qui),
Atlantide vicino all’Argentario? (clicca qui)
e il mio particolare racconto sul “Palio Marinaro dell’Argentario” (clicca qui).
E per gli appassionati di libri locali, ti segnalo all’interno della sezione LIBRI del blog, la seguitissima categoria AUTORI LOCALI (clicca qui), in cui parlo degli scrittori di Argentario e Maremma.

Buona lettura con paginecuriose.it .