Oggi diamo insieme qualche cenno riguardo l’origine del nome Maremma. Non me ne vogliano i maremmani come me, che sicuramente conosceranno in maniera molto approfondita l’etimologia del nome. Questo articolo ovviamente non servirà ai maremmani, ma ai miei tanti lettori curiosi in giro nel mondo che adorano la meravigliosa Maremma, per averla frequentata oppure per averla immaginata e sognata dai libri.
L’origine del nome Maremma, secondo alcuni storici, si riconduce al latino maritima, ossia “zone di mare, costiere”. Secondo altri, Maremma deriva dal castigliano marisma, che significa palude.
Un nome simile si trova in Francia, nella regione della Maremne situata nelle Lande di Guascogna: regione bagnata dall’Atlantico, situata su un antico delta di un fiume ormai prosciugato e quindi con antiche caratteristiche di palude simile alla nostra Maremma.
Quindi possiamo dire che probabilmente il nome generico maremma stava ad indicare quelle zone costiere basse con pianure alluvionali alle spalle, nelle quali era usuale la formazione di dune che limitavano la possibilità dei fiumi di sfociare in mare e quindi favorivano il sorgere di territori paludosi e impervi.
Perché poi il nome maremma è passato ad indicare una zona definita, appunto la nostra Maremma tra Toscana e Lazio?

Indietro nel tempo.
Non mi voglio soffermare sul passato Etrusco e Romano della Maremma, che meriterebbe capitoli interi. Parliamo solamente dell’origine del nome Maremma.
Già con Dante nella Divina Commedia (Canto XIII dell’Inferno) si parlava di una regione aspra situata tra Cecina e Corneto (Tarquinia).
Secondo il famoso storico e naturalista Emanule Repetti (1776-1852) con il nome Maremma o Marittima Toscana si indicava tutta la zona costiera Toscana, tra il fiume Magra a Nord e il fiume Chiarone a Sud.
Diciamo che col passare del tempo il nome Maremma è stato associato al territorio che conosciamo tra Toscana e Alto Lazio, perché questa era una zona conosciuta, molto estesa, di passaggio ma con centri importanti. Paludi inaccessibili, territorio difficile da attraversare, rischio di malaria elevato, brigantaggio diffuso: tutti questi elementi assieme molto probabilmente avranno “catturato” un nome comune trasformandolo -nell’immaginario collettivo- nel nome proprio del territorio, Maremma.
La Maremma era la terra che più di tutte in Italia rendeva l’idea di regione paludosa e aspra.

Oggi.
Oggi, per Maremma intendiamo appunto un vasto territorio che va dalla Toscana centromeridionale all’Alto Lazio.
Partendo dalla Maremma Pisana, ossia da alcuni territori nelle province livornesi e pisane, si spinge verso Sud nella Maremma Grossetana e nella Maremma Senese, per finire nel Lazio in territori viterbesi e romani (Maremma Laziale).
Si tratta quindi di un’area molto vasta, di circa 5.000 Km quadrati, che copre parte di due Regioni d’Italia, con centri famosi come, solo per citarne alcuni: Rosignano, Cecina, Piombino, Follonica, Grosseto, Massa Marittima, Talamone, l’Argentario, Orbetello, Capalbio, Tarquinia, Tuscania.
Molto diffuso ma inesatto è identificare la Maremma principalmente con l’area del Grossetano (Grosseto, Orbetello, Capalbio e tutto il vicino entroterra), in quanto in passato era questa la zona più impervia. Maremma sta ad indicare un’area ben più ampia.

Ricordiamo infine le grandi opere di bonifica effettuate dal Granducato di Toscana, fino ad arrivare alle opere infrastrutturali nel periodo del Regno d’Italia.
Come recitava quel vecchio detto, la Maremma era proprio una Maremma amara: un territorio aspro, selvaggio, insalubre, in cui chi entrava non era certo di uscir vivo.
Oggi cosa conserviamo di quel periodo?
Le nostre colline, i nostri centri, il nostro mare e tutti i colori del paesaggio meraviglioso nella sua varietà.
Conserviamo la storia e le leggende, le torri d’avvistamento e i Forti, le chiese, i musei, le tradizioni, i nostri santi, l’arte e tant’altro.
Ma soprattutto conserviamo quel carattere rude ma onesto di chi brontola, ma sempre con le maniche rimboccate.
Sperando che “Origine del nome Maremma” possa esserti stato utile, mando un saluto a tutti i maremmani e agli appassionati della Maremma!
In foto di copertina, Orbetello visto dal “Monte” sul mio amato Argentario.

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