Sono mesi che rinvio questo articolo, ma adesso sento che è arrivato il momento di parlare del capolavoro “Canne al vento” di Grazia Deledda.
In questi giorni in cui si ritorna a parlare di diritti delle donne nel mondo, mi domando quanto ancora di più si possa fare anche in Italia. Perché, non dimentichiamolo, si può sempre migliorare. E allora perché non potrei affrontare l’argomento parlando di letteratura?
Mi sono sempre chiesto quanto dev’essere stato più complicato in passato per una donna imporsi all’attenzione del pubblico come scrittrice. Certo, siamo nel 2021 e oggi sono decine e decine le scrittrici famose anche in Italia. Ma altri aspetti si possono e si devono ancora migliorare, come dicevo.

Sta ricominciando la Scuola. Alle Superiori passai mesi e mesi a studiare I Promessi Sposi di Manzoni (che adoro tutt’ora da adulto). Anche Verga mi piaceva tantissimo per come sapeva farmi immergere nella realtà dei personaggi e degli ambienti che raccontava.
Ovviamente sui banchi di scuola si affrontavano tanti altri scrittori, allora come adesso.
Oggi mi domando perché la scrittrice sarda Grazia Deledda (1871-1936) non riceveva lo stesso spazio, e perché tutt’ora non lo riceve. Ho iniziato a pormi questo interrogativo quando sono venuto a conoscenza del fatto che Grazia Deledda è l’unica donna italiana, ad oggi, a vincere il Premio Nobel per la Letteratura (nel 1926). Pensa che finora solo un’altra donna italiana ha vinto un Nobel (mi riferisco a Rita Levi Montalcini per la Medicina nel 1986).
Preso dalla mia curiosità, in quanto purtroppo non custodivo molti ricordi della sua scrittura, ho promesso a me stesso di riprendere in mano qualche sua opera.
… E così ho iniziato con “Canne al vento“, da molti considerato il suo capolavoro più grande e, ti dico con onestà, la narrazione vecchia di oltre cento anni mi è apparsa piuttosto coinvolgente!

La penna di Grazia Deledda è sublime: riesce a raccontare i fatti in maniera lineare, tenendo alta l’attenzione tra gli stati d’animo dei protagonisti, le descrizioni dei paesaggi di Sardegna e una tensione narrativa sempre molto alta nell’intreccio degli eventi.
Si rimane praticamente incollati alle pagine per seguire le vicende della nobile famiglia Pintor, avvolte nella misteriosa morte del capofamiglia, le cui quattro figlie seguono destini diversi tra loro. Protagonista della storia è però il loro servo Efix, dai cui occhi si afferra il punto di vista principale della voce narrante in terza persona. È proprio Efix che cercherà di risollevare le sorti delle sue padrone, soprattutto dopo l’arrivo del giovane Giacinto. Ci riuscirà? Quali misteri saranno svelati?
Se non lo hai già apprezzato, ti invito a leggere questo meraviglioso romanzo: “Canne al Vento” di Grazia Deledda (in foto di copertina dell’articolo l’edizione BUR Rizzoli).
In quest’opera ho potuto notare una sorta di verismo immerso nel fiabesco di una terra ricca di leggende e tradizioni (docenti di Lettere, chiedo perdono).
A mio modesto avviso “Canne al vento” può essere collocato tra i più importanti capolavori della letteratura italiana di tutti i tempi, e l’autrice sarda Premio Nobel per la Letteratura meriterebbe molta più attenzione!
Iniziamo noi.

Consigli dal blog

Ti invito a seguire l’intera sezione LIBRI del blog (clicca qui) in cui potrai trovare molte mie segnalazioni di opere di autori big e locali. All’interno ti suggerisco i miei numerosi articoli sulle opere di autori statunitensi (ad esempio Steinbeck, Faulkner, Fitzgerald, Salinger, Hemingway, Bach, per finire ai recenti Albom, Sparks e Stephanie Saldana) in quanto anche la brillante letteratura americana a mio avviso viene troppo trascurata a scuola.
Ti segnalo inoltre un mio articolo su una bellissima frase della poetessa statunitense Emily Dickinson (clicca qui).
Buone letture con paginecuriose.it!