Frasi che ritornano alla mente.
In piena emergenza “Coronavirus”, in questo Marzo 2020 che volge al termine, con centinaia di vittime ogni giorno in Italia e in molti altri Paesi del mondo, con una luce alla fine del tunnel che ancora non si vede, il pensiero va alla gente che soffre, alle persone più fragili.
Vedo un servizio alla TV che parla persone sole e di anziani che vivono soli, chiusi in casa, che ringraziano i volontari che portano loro la spesa magari con un bel sorriso.
Si parla di solitudine.
E allora mi viene in mente questa frase di Emily Dickinson: “Sarei forse più sola senza la mia solitudine.”. Questa è una di quelle frasi che ti riposano nella testa per poi uscire fuori quando ti servono. Ti capita mai?
Che cosa significa la frase? Prendere la solitudine come compagna, considerare la solitudine come un possibile punto di partenza per la propria fantasia, per le proprie idee, per la propria felicità.
Effettuo una ricerca sulla frase della famosa poetessa americana Emily Dickinson (1830-1886). Alcune fonti la attribuiscono ad una semplice citazione della scrittrice, molte altre la identificano come una sua breve ma intensa poesia. Finalmente riesco a trovare altre fonti che riportano una poesia che ha come inizio proprio questa frase: una poesia profonda che mostra nell’autrice un apprezzare la solitudine più della speranza.
Qui non si tratta di essere d’accordo o no. Io per primo parlo sempre di ottimismo e speranza nel futuro, di famiglia rumorosa e di allegria. Ma chi è solo e non può fare altrimenti, non deve buttarsi giù di morale. Forza!

Di fronte a questa poesia ci si deve invece comportare come davanti ad un dipinto famoso: anche se il contesto disegnato può non piacere, sono le emozioni che danno i colori e le luci che devono essere ammirati con il cuore aperto.
Un po’ come le sorelle Bronte, o come Jane Austen, anche per Emily Dickinson la solitudine è un cardine.
Riporto sotto la sua poesia per intero, sperando che qualcuno che in questo momento si senta solo, possa ricevere una piacevole compagnia dal racconto di questa solitudine, affrontandola con un sorriso, …come si sorride ad una compagna con la quale si può litigare una volta, ma che è sempre lì a tenerti per mano anche quando non te ne accorgi.

Sarei forse più sola

senza la mia solitudine.

Sono abituata al mio destino.

Forse l’altra – la pace –

potrebbe spezzare il buio

e riempire la stanza –

troppo stretta per contenere

il suo sacramento.

La speranza non mi è amica –

come un’intrusa potrebbe

profanare questo luogo di dolore –

con la sua dolce corte.

Potrebbe essere più facile

affondare – in vista della terra –

che giungere alla mia limpida penisola

per morire – di piacere.

(Emily Dickinson)

Le opere di Emily Dickinson sono veramente tante. Considera che la maggior parte delle poesie è stata pubblicata dopo la sua morte.
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E se ti interessano le sue lettere:

Ti invito a leggere il mio articolo sulla Giornata Mondiale della Poesia (clicca qui) in cui parlo della mia poesia preferita, l’Infinito di Leopardi, con il link del bellissimo spot TV del 2019 in cui il testo veniva letto dai famosi cantautori della musica italiana.
Inoltre, ti ricordo la categoria LIBRI (clicca qui) in cui parlo di scrittori famosi e di autori locali della Maremma; e la sezione MIE OPERE (clicca qui) in cui potrai leggere i miei modesti ma sinceri lavori, sperando in tuo commento.
Voglio concludere ricordandoti il mio articolo: “10 minuti al giorno per essere positvi” (clicca qui), perché nella vita dobbiamo sempre cercare ottimismo.
…E visto questo momento terribile, “vediamo” la speranza più che mai!
Spero come sempre di averti tenuto compagnia, anche con questo articolo: “Sarei forse più sola senza la mia solitudine” di Emily Dickinson.
A presto con paginecuriose.it .