Oggi ritorno a parlare di letteratura americana con il romanzo “Mentre morivo” di William Faulkner (in foto l’edizione Gli Adelphi).
Cosa mi ha portato a questa lettura, oltre alla mia passione per la letteratura americana?
Ti racconto un aneddoto. Nei miei approfondimenti da autodidatta di scrittura creativa trovavo spesso consigliata proprio la lettura di Faulkner, soprattutto con il romanzo L’urlo e il furore. Un giorno, girellando in una libreria mi venne alla mente quel titolo. Lo cercai tra gli scaffali e, non trovandolo, puntai invece su “Mentre morivo”.
Devo dirti che questa lettura è stata per me ugualmente molto importante per chiudere il cerchio, come si sul dire, proprio sul tema “narrativa americana” che ho affrontato nel blog. Ho già scritto infatti alcune mie opinioni su opere di maestri come Fitzgerald (clicca qui), Salinger (clicca qui), Hemingway (clicca qui), ognuno protagonista in uno stile di scrittura. Ho parlato anche di scrittori famosi più recenti come Sparks (clicca qui) ed Elizabeth Strout (clicca qui) che adoro.
Ovviamente in futuro continuerò a parlare di scrittori americani: diciamo solo che per ora non potevo fermarmi senza aver parlato di Faulker, conosciutissimo in tutto il mondo.
Ricordiamo infatti che William Faulkner (1897-1962) è stato Premio Nobel della Letteratura nel 1950 per l’anno precedente, e Premio Pulitzer per la narrativa nel 1955 con il romanzo “Una favola”. I premi parlano da soli!

Veniamo al romanzo “Mentre morivo” di William Faulkner del 1930.
Il romanzo narra le vicende della famiglia Bundren. La madre Addie sta morendo. Il marito Anse e i figli si stanno preparando per trasportarla al suo paese natio e seppellirla, rispettando le sue ultime volontà.
Il viaggio con il il trasporto della bara su un carro, le difficoltà, l’alluvione ecc, occupano buona parte del romanzo. Riusciranno il marito e i figli a giungere a destinazione e seppellire la donna? Non ti svelo nulla più sulla trama.

Aggiungo solamente che in una vicenda di pochi giorni sono però toccati molti aspetti della vita: paura, amore, tenacia, passione, adulterio, violenza, ecc ecc. E uno dei figli, quel Cash che costruisce la bara e vuole portare a termine a tutti i costi la volontà della madre, diciamo che mi è rimasto impresso.

Confesso che ho fatto molta fatica nei primi capitoli a star dietro alla vicenda. Andando avanti con tenacia, la storia mi si è schiarita agli occhi, e lentamente ho preso confidenza con i personaggi principali, riuscendo ad apprezzare anche lo stile dello scrittore e le novità narrative.
In ogni capitolo, infatti, l’autore dà voce ad un personaggio, con dialoghi oppure pensieri in parte sullo stile del flusso di coscienza (per il mio articolo dove ne parlo, clicca qui). Sicuramente Faulkner ci ha dato un esempio di forte stile narrativo, creando come effetto un intreccio molto particolare.

Tra le tante opere molto impegnative di Faulkner segnaliamo, oltre ai romanzi già citati “L’urlo e il furore” e “Una favola”, anche “Santuario”. Per apprezzare uno stile particolare, bisogna pur faticare un po’. Sei pronto/a?

Curiosità: adattando alcuni racconti di Faukner, è stato tratto il celebre film del 1958 “La lunga estate calda” con Paul Newman e Joanne Woodward.

Hai mai visto questo film?
E hai letto qualcosa di Faulkner? Qual è lo scrittore o la scrittrice americana che apprezzi di più?
Aspetto i tuoi commenti!

Consigli dal blog

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