La leggenda da una torre dell’Argentario

Direttamente dal bellissimo promontorio dell’Argentario, parliamo della famosa leggenda della chioccia con i pulcini d’oro dell’Argentiera.
La Torre dell’Argentiera (in foto di copertina dell’articolo), situata nella parte settentrionale del promontorio dell’Argentario, è la torre che da lontano, alle spalle, sovrasta il paese di Porto S. Stefano e la baia del Pozzarello. Riguardo a questa costruzione è presente, tra la gente del posto, una famosa leggenda riguardante una chioccia con i pulcini d’oro. Anzi, per essere precisi, sono presenti diverse versioni di questa storia, che si va ad aggiungere a un altra famosa leggenda del paese che ha tra gli scenari ancora l’Argentiera, quella degli innamorati Jacopo e Giacinta (clicca qui).

Siamo ai tempi di antiche invasioni dal mare, di dominazioni e battaglie, di guerre e tesori, ma anche di amori e paure. Una vela che spunta all’orizzonte, un soldato che parte, una donna che piange …  Sembra un mondo così diverso, ma molto è rimasto uguale: il verde delle colline dell’Argentario, le sue scogliere maestose e l’azzurro del suo mare: tutto sovrastato da un cielo pieno di sogni e di speranze accolte dai cuori della sua gente.
E allora, prenditi qualche minuto e partiamo insieme in questa ulteriore avventura, curiosi come sempre.

Porto Santo Stefano e l'Argentiera (Porto S. Stefano ai giorni nostri)

Le torri dell’Argentario.

Ricordiamo intanto le numerosi torri di avvistamento presenti su tutto l’Argentario a protezione dalle incursioni navali nemiche, soprattutto di corsari barbareschi o saraceni: si tratta di torri in comunicazione visiva tra loro, che potevano quindi -tramite segnali di fumo- inviare avvisi di avvistamenti pericolosi a tutto il perimetro dell’Argentario, e non solo. Pensa alla scena de Il Signore degli Anelli quando le varie torri accendono il fuoco per far arrivare lontano la richiesta di intervento nella battaglia. Succedeva non solo nella fantastica Terra di Mezzo, ma anche nella realtà, come puoi vedere da una foto della fortezza spagnola di Porto S. Stefano durante una delle feste delle torri.
Ti ricordo in proposito i miei articoli su “Perché Porto S. Stefano è recente …” (clicca qui) e “Argentario: festa delle torri …” (clicca qui).

Festa delle Torri

La Torre dell’Argentiera

La Torre dell’Argentiera è molto particolare: si trova su un colle a oltre 250 metri di altezza, ma dista circa un chilometro in linea d’aria dal mare! È quindi un ottimo punto di avvistamento sul mare in direzione Nord, Nord Ovest. Potrebbe però essere nata con altri scopi, magari più come complesso fortificato che come punto di avvistamento (più avanti parleremo delle ipotesi di origine).
È una costruzione a base quadrata con lato di 5 metri, alta oltre 22 metri, senza porte o scale di accesso. Presenta solamente, ad alcuni metri da terra, una piccola apertura che doveva servire per l’ingresso e l’uscita dei soldati tramite una scala a corda, prontamente ritirata nella torre rendendola quindi difficilmente espugnabile (a meno che non sia andata distrutta nel tempo una rampa di accesso o una specie di ponte levatoio).
Andiamo all’interno della costruzione. Al pianterreno era presente la cisterna per la raccolta dell’acqua, al primo piano probabilmente gli alloggi dei soldati.
La torre è circondata da una cinta muraria per un diametro di circa 50 mt. Nel terreno interno alla cinta sono stati trovati resti archeologici di epoche anche molto distanti tra loro.
La Torre dell’Argentiera, danneggiata secoli fa da un fulmine e immersa nella vegetazione, fu restaurata negli anni ’90 con lavori molto difficoltosi a causa sia dello stato di deterioramento in cui si trovava e sia dell’impervia strada di accesso.
Una curiosità. Nelle vicinanze della torre è presente una grotta che va giù in profondità. Secondo alcuni vecchi racconti, sarebbe collegata alla lontana Grotta degli Stretti e forse ad altri luoghi dell’Argentario. Teorie mai provate.

Le origini della Torre dell’Argentiera

Le origini della Torre dell’Argentiera non sono certe.
Molte fonti parlano del 1442. Il nobile storico senese del XVI secolo Orlando Malavolti, riferendosi proprio all’anno 1442, su “Historia […] de fatti e guerre de’ sanesi […]” riporterebbe che poco tempo prima la Signoria di Siena aveva ordinato la costruzione di una fortezza per dar segno di difesa dalle navi corsare alle Saline di Grosseto, a Talamone e a Magliano.
Altre fonti invece parlano di una costruzione decisamente più antica nel Medioevo; altre ipotizzano addirittura l’epoca romana con una possibile successiva ricostruzione. Quale sarà la verità?
Alcune tipiche caratteristiche costruttive del Medioevo la collocherebbero prima del 1442, ad esempio: la squadratura delle pietre, il tipo di muratura, il tipo di intonaco interno.
Perché tanti dubbi sulle origini?
Andiamo indietro fino all’anno 805 d.C.: anche Monte Argentario faceva parte dei territori donati da Carlo Magno, per grazia ricevuta, all’Abbazia delle Tre Fontane (storico monastero romano). Siamo ai tempi dell’assedio di Ansedonia: se vuoi approfondire non perderti l’articolo “Il paladino Orlando, la Maremma e il Viterbese” (clicca qui).
Parliamo proprio dell’Abbazia delle Tre Fontane. L’ingresso del grande monastero è formato da una costruzione con tre archi, che faceva parte di una cinta muraria di difesa. Sulle pareti interne del cosiddetto Arco di Carlo Magno, un affresco del XIII secolo oggi quasi completamente scomparso raffigurava i territori della donazione. Tra queste terre era presente Mons Argentarius con un alta torre circondata da una cinta muraria (Castrum Argentaria).
Potrebbe trattarsi della Torre dell’Argentiera?
In un documento del 1269 il monaco Elia, per conto dell’Abbazia delle Tre Fontane, concedeva agli Aldobrandeschi un tipico diritto di utilizzo medievale (enfiteusi) su alcuni territori, tra i quali proprio Mons Argentarium dove si trovava il Castrum Argentaria. Un’altra prova sulla Torre dell’Argentiera?

La leggenda della chioccia con i pulcini d’oro dell’Argentiera: le varie versioni.

Tra le varie leggende che si tramandano i santostefanesi di generazione in generazione, ce n’è una che riguarda proprio questa torre così lontana dalla costa. Con quell’aspetto serio, a dominare una collina fitta di vegetazione, la torre ben si presta a essere avvolta dal mistero.
Tra i miei ricordi di vecchi racconti ascoltati e molte fonti che ho trovato online, riporto tre “versioni” della nota leggenda. Per non dimenticare.

La prima versione della leggenda, forse la più conosciuta, racconta di un cavaliere che doveva partire per la guerra. Salutò la sua amata, che abitava nella Torre dell’Argentiera, e andò via.
I mesi passavano: la giovane, non vedendo più arrivare il suo cavaliere, si consumava dal dolore e alla fine morì.
Un giorno il cavaliere fece ritorno, portando con sé come dono per la fanciulla degli oggetti di gran valore: una chioccia e dodici pulcini d’oro. Arrivando alla torre e venendo a sapere della morte dell’amata, il cavaliere a sua volta morì di dolore. Fu allora che la chioccia con i pulcini d’oro si animarono, vagando nelle vicinanze della torre forse proprio alla ricerca dei due innamorati. Si dice ancora oggi che, nelle notti illuminate dalla luna, si possono vedere la chioccia e i pulcini d’oro mentre si spostano vicino alla costruzione.

Una seconda versione della leggenda è invece molto diversa dalla prima. Racconta che la regina Isabella di Spagna possedeva una magica gallina dorata dalle cui uova nascevano pulcini d’oro.
Un giorno la regina passò dalle parti dell’Argentario e decise di far costruire una torre senza porte per nascondere la sua magica chioccia insieme ai pulcini.
Dopo che fu costruita la torre, la regina prima di partire lasciò dentro anche una ciotola piena di diamanti come mangime per la chioccia e i pulcini.
La regina Isabella andò via ma, a causa di molti imprevisti, non riuscì più a far ritorno all’Argentario. La chioccia e i pulcini d’oro sarebbero quindi ancora nascosti nella torre.

Una terza versione racconta semplicemente che nelle vicinanze della Torre dell’argentiera sia nascosto un tesoro che comprende anche una chioccia d’oro con dodici pulcini d’argento.

Quale delle tre versioni sarà più vicina alla realtà? Chissà …
Queste tre “versioni” della leggenda della chioccia con i pulcini d’oro della Torre dell’Argentiera sono arrivate fino ai nostri giorni, tant’è che nel corso degli anni molti sono stati gli scavi nelle vicinanze della costruzione di cercatori del tesoro. Alcuni scavi erano ben visibili anche ai giorni d’oggi oltre che pericolosi.
Conosci altre versioni della leggenda che non sono riuscito a trovare? Segnalamele nei commenti qua sotto, grazie mille!
Sai che questa nostra leggenda argentarina ha altre versioni simili in tutta Italia? Dalle mie ricerche sono risalito addirittura fino alla Svezia, passando per la Romania. Non lasciarti scappare l’articolo: “La chioccia con i pulcini d’oro. Dall’Argentario alla Svezia” (clicca qui). Troverai tantissime curiosità, come quella sulla chioccia del tesoro di Monza (in foto sotto).
chioccia con pulcini d'oro Monza

L’importante è ricordare che nelle nostre leggende è presente una parte della nostra storia, anche fosse solo un frammento di verità. E la nostra storia non va mai dimenticata, perché fa parte di noi e del nostro presente.

Fonti
Ricordi e articoli dai siti:
istitutocastelli-toscana.org
tuttomaremma.it
pagina Facebook “Argentario e il tempo che fu”
capodomo.it
web.tiscali.it/argentario vivo
romasegreta.it


Consigli dal blog

Ti invito a seguire l’intera categoria Curiosità e consigli – Maremma (clicca qui) in cui troverai molti altri articoli, come il recente: “Atlantide, il Percorso delle Stelle e l’origine del nome Argentario” (clicca qui) oppure “La bella Marsilia, dalla Maremma al sultano” (clicca qui).
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