Dedico questo articolo a tutti i nativi dell’Argentario (Argentarini o Argentariani, come si preferisce) che stanno lontano dal nostro bellissimo territorio.
Abbiamo tanti nostri paesani che per motivi di studio o di lavoro sono sparsi per l’Italia, ma anche all’estero! Penso a studenti, militari, architetti, ingegneri, docenti, medici, impiegati, operai e tante tante altre categorie di persone che vivono fuori da soli o con la propria famiglia, guidati dalla categoria principale dei nostri lavoratori lontani che è quella dei marittimi, con i tanti Comandanti, Ufficiali o Sottufficiali, Marinai, in giro per il mondo.
Tu che sei lontano o lontana, quante mattine ti alzi pensando a Porto S. Stefano? Al sole che nasce sopra il Poggio del Valle ad illuminare le case della opposta Pilarella? E all’aria di mare che si respira sul Lungomare in una bella giornata di primavera, ammirando il panorama del bellissimo paesaggio toscano in lontananza, a far da sfondo alle profonde acque azzurre?
Quante volte durante il giorno ti ricordi di Porto Ercole? E pensi alle barche a vela con i gabbiani attorno, nel suo mare? E alla vista dalla Porto Ercole vecchia, dove la Chiesa di S. Erasmo, in una giornata mite di fine Settembre, quando puoi ammirare il mare dall’alto, immerso in un atmosfera di quiete?
Ricordi le stelle brillanti che si vedono nel buio delle nostre campagne dell’Argentario? E le vie del Pozzarello, a collegare le verdi colline vicine e il bellissimo mare ad un passo?
A volte, noi argentarini che stiamo qua, diamo per scontato il poter vedere ogni giorno queste meraviglie. Ma nella vita nulla è scontato. Basta stare fuori per un periodo abbastanza lungo e ci si accorge subito di quanto l’Argentario ci manchi!
Siamo molto attaccati alla nostra terra, alla stessa maniera di come l’Argentario è attaccato alla terraferma con due strisce si sabbia: con tenacia, come a dire “Io mi aggrappo a te”.
Tutti noi amiamo il nostro promontorio, l’Argentario, un’isola che per caparbietà non è un’isola, luoghi immersi nella natura che si spinge dolcemente o con forza fino alle onde del mare; gente risoluta che con il duro lavoro si è insediata in questi luoghi, combattendo la paura dei corsari barbareschi e saraceni, subendo le varie Dominazioni, strappando terre al mare, terrazzando sul terreno ripido dei suoi colli, costruendo le proprie case, le proprie attività,…il proprio destino. E ricostruendo tutto dopo i devastanti bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale: quello che si poteva ricostruire, perché le vite strappate, quelle no, non ritornano più.
E allora,
tu studente che dalla tua camera ascolti il suono delle campane di città, ma pensi al suono delle tue campane di paese, compagne di tanti risvegli;
tu che dal tuo ufficio di città sogni ad occhi aperti la tranquillità delle tue passeggiate in riva al mare o tra la natura dei nostri Forti;
tu che dalla tua nave, lontano, sogni di vedere tra i paesaggi distanti il tuo orizzonte amico delle coste dell’Argentario;
tu che sei lontano per qualsiasi altro motivo; …
questo articolo è per te, per strapparti un sorriso, per dirti che noi argentarini che intanto siamo qua ad abitare questo tesoro, vogliamo mandarti un saluto sincero.
Te lo mandiamo alzando gli occhi al nostro cielo azzurro e alle sue nuvole bianche. E così, quando dalla città, dal mare o da una strada qualsiasi alzerai lo sguardo, anche tu potrai vedere il cielo azzurro e le nuvole bianche e abbracciare il nostro saluto. Che non è mai un addio, ma solamente un felice “arrivederci a presto”.
Spero che il mio blog possa essere per te una sorridente compagnia.

Per gli argentarini o simpatizzanti, segnalo i miei articoli su
Porto S. Stefano (clicca qui);
sul Palio Marinaro dell’Argentario (clicca qui);
“Perché Porto S. Stefano è recente: la verità dimenticata” (clicca qui);
e la mia poesia “Dove i colli si immergono a riva” (clicca qui).
Buona lettura!