Milano e Parigi? Ritorniamo a parlare di qualità della vita

Prima di parlare de “La città dei 15 minuti” o “La città del quarto d’ora”, consentimi una breve introduzione da Porto S. Stefano per spiegare il perché di questo mio articolo.
Adoro la mia Porto S. Stefano, in foto. E adoro tutta la Costa d’Argento e la Maremma, terra ricca di paesi e piccoli borghi, nei quali si respirano ancora sprazzi di vita passata, sana, regolata dai ritmi della natura e delle stagioni. Terra questa dove in tanti, durante l’estate, trovano rifugio dalla vita frenetica delle città a cui sono sottoposti nel resto dell’anno.
Già, ritorno a parlare di qualità della vita, ricordandoti il mio articolo: “Migliorare la qualità della propria vita: 5 consigli” (clicca qui).
Adesso l’emergenza sanitaria Covid sta cambiando molte cose in tutto il mondo, a partire dalle esigenze di individui e famiglie.
Si sviluppa il lavoro da casa; si prediligono le case con ampia metratura e spazio esterno; ritorna l’amore per i piccoli paesi rispetto ai grandi centri super affollati, non solo come meta di villeggiatura ma anche come residenza.
Be’, in fin dei conti, tutto il territorio italiano è ricco di piccoli borghi, molti dei quali spopolati. Secondo me uno spostamento di popolazione in tali centri non sarebbe dannoso per il benessere della nazione, anzi…
Ma allora per le città è crisi già scritta, in tutto il mondo?
Personalmente non credo, basta che i grandi centri ritornino ad essere a misura di persona e non schiavi dei ritmi frenetici di lavoro. L’uomo, ribadisco, deve migliorare la qualità della propria vita, argomento sul quale -come sai- ho intenzione di insistere.
Basta corse in auto, metropolitane super affollate, treni presi d’assalto da pendolari, fuga domenicale dalle città con code chilometriche per avere un po’ di natura a disposizione.
Il futuro è diverso: forse è già arrivato, con città a misura d’uomo, con uffici in smart working ben organizzato (no home working improvvisato), con miglioramento nel consumo alimentare, con ritmi familiari più blandi.
E allora non potevo evitare di parlare di un modello di città del futuro che mi sta molto incuriosendo: La città del quarto d’ora, o la città dei 15 minuti, come lo conoscono altri.

Cos’è la città dei 15 minuti (o la città del quarto d’ora)?
Si tratta di un progetto di riorganizzazione delle città ideato dallo scienziato franco-colombiano Carlos Moreno. Per farla breve, secondo tale modello, in città ogni persona deve trovare tutto ciò che gli serve ad una distanza entro i 15 minuti di tempo da casa sua. Sembra un concetto semplice ma, se ci pensi, racchiude un mondo.

Cosa serve di importante alle persone? Penso a luoghi di lavoro (coworking oppure at home), scuole, centri culturali, parchi, negozi, palestre, e altre attività importanti.
Vantaggi: ridurre gli spostamenti con mezzi, evitando gli assembramenti, rendendo le città più a misura d’uomo proprio come i piccoli paesi.
Mi immagino il traffico ridotto, il tempo risparmiato da dedicare in più a se stessi e alla propria famiglia, il susseguente minor nervosismo, l’inquinamento che cala, … e chissà quanti altri aspetti positivi.
Te ne vengono in mente altri?

Posso dire che i miei amici che vivono nelle città tornano sempre felici in paese. Anzi, rimproverano a noi paesani di dare troppo per scontate le passeggiate in riva al mare o le gite in campagna, i bei tramonti e le serate tranquille, i negozi storici di quartiere e la natura. E potrei continuare.
Nel mio paese (circa 8.000 abitanti) dove si può arrivare in un quarto d’ora, non dico in bici ma a piedi? Credo che dal centro, raggiungerei quasi i confini in ogni direzione. In un paese le distanze sono ridotte.

Ma torniamo a parlare di grandi città. L’emergenza sanitaria ha cambiato molte abitudini, non sono io a scoprirlo.
E allora, ben venga questa trasformazione delle città a misura di cittadino, con una rimodulazione dell’urbanistica. No centri e periferie; no vie dello shopping, vie finanziarie e vie dormitorio. Penso a città moderne invece sempre più divise in macroquartieri quasi indipendenti tra loro dal punto di vista abitativo, lavorativo, d’istruzione, commerciale e, per quanto possibile, di primo intervento sanitario.
Che ne pensi?
Sembra che Parigi e Milano stiano seguendo i principi del progetto dei 15 minuti. Diventeranno a misura d’uomo, come un insieme di tanti piccoli paesi? Speriamo.

Magari presto anche altre metropoli o grandi città cercheranno di seguire il progetto de “La città dei 15 minuti” di Carlos Moreno. E così assomigliare più ai piccoli paesi: una sorta di progresso unito al passato.
E chissà se anche i piccoli centri sapranno migliorare la qualità della vita da offrire ai propri cittadini, sulla base di questo progetto sulle città… Si può sempre migliorare!
Chissà che finalmente l’uomo non riesca a riprendersi il suo tempo e la sua vita…
E magari a dedicare una parte di quel tempo che dovrebbe recuperare, per leggersi un bel libro.
Sognare non costa nulla, ma per fare le cose bisogna avere la volontà di realizzarle.

Consigli dal blog.

Ti ricordo i miei articoli: “Riappropriamoci del tempo” (clicca qui) e “10 minuti al giorno per essere positivi” (clicca qui).
E se vuoi qualche consiglio di lettura, vai nella mia sezione LIBRI (clicca qui); oppure leggi direttamente qualcuna delle MIE OPERE (clicca qui).
Aspettando il tuo commento, buone letture con paginecuriose.it: le vele azzurre sopra le pagine arancioni che portano la nostra curiosità di imparare e migliorare verso l’orizzonte.