Rallentando

In attesa della lontana Giornata Mondiale della Lentezza del prossimo Maggio, iniziamo tutti i giorni a proporre un nuovo modello per vivere lentamente, rallentando dalla nostra frenesia quotidiana.
Proporre a chi? A se stessi. Perché è ognuno di noi che, se vuole, può cominciare a rallentare e a vivere la propria vita con più attenzione verso il presente e dando il giusto valore alle cose che ci circondano.
Prima di essere rimproverato, ci tengo a precisare che so benissimo che in alcuni settori non si può rallentare. Ad esempio, in molti casi non si può sottrarre tempo al lavoro. Ok, ma sul lavoro si possono mettere dei paletti di priorità affinché non venga annullata la vita familiare.
E il tempo al di fuori del lavoro? Si potrebbe cercare di rallentare tutto il rallentabile, ritagliandosi del tempo per un caffè vista mare, un buon libro (magari frutto di una tranquilla visita in libreria), una passeggiata a contatto della natura o un po’ di sport, una serata in famiglia tra le mura domestiche.

E dove lo trovo il tempo per un giro in libreria o una passeggiata, se sono sempre di corsa tutto il giorno? Di sicuro arriverà questa obiezione.
A questo punto invito a verificare quanto tempo passiamo davanti allo smartphone, sui social, a parlar male degli altri, a organizzare la propria frenesia, a girare per parcheggiare l’auto presa anche per spostarsi di poche centinaia di metri, a praticare decine di hobby anziché uno solo con passione, a pretendere che i figli facciano decine di attività extrascolastiche anziché poche e con entusiasmo, ecc ecc.
Una vacanza all’anno e fatta con più calma, non è più rilassante di una vacanza ogni tre mesi fatta di corsa e chiedendo un altro prestito in banca?
Forse ci sarebbe da inserire un po’ più di qualità nella propria vita, perché non sempre fare troppe cose ci rende liberi.
Forse non sempre abbiamo poco tempo, ma ne usiamo troppo nella maniera sbagliata.
Forse non leggiamo o non facciamo sport o non guardiamo un film solamente perché non ne abbiamo voglia, no perché non abbiamo mai tempo.
Forse cento anni fa, senza orologi, si viveva più a lungo di adesso pur morendo prima, perché vivere senza accorgersi del proprio tempo significa trovarsi presto vecchi … e il tempo che percepiamo non è una lancetta che gira per tutti alla stessa velocità, ma un insieme di tanti momenti in cui ci sentiamo vivi.
Forse ho scritto troppi “forse” in questo articolo e mi dovrete scusare, ma è bello ogni tanto riuscire a trovare il tempo di farsi qualche domanda e di non correre tra le certezze. Rallentando …
E chissà quanti di voi si saranno accorti della luna di stasera.

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