Oggi parliamo di una novità: da poche settimane è arrivato nelle librerie il romanzo “Giallo Antartide” di Irene Blundo, Effigi Edizioni (in foto di copertina).
Torniamo con piacere a menzionare su questo blog la giornalista e scrittrice grossetana dopo il successo del 2020 de “La ragazza con il vento tra i capelli” (clicca qui), a cui poi è stato dato un seguito, “Il sale addosso“, con ottimi risultati.
Conosciuta anche per altre opere, questa volta Irene Blundo si getta nel mondo del giallo, in maniera delicata, con una storia ambientata (con coraggio) dall’altra parte del mondo – in Antartide –  ai giorni nostri.

Voglio subito affrontare proprio il tema dell’ambientazione, colpito dal fatto che la scrittrice si è allontanata dai mari italiani in cui tanto bene riusciva a farci immergere. Sì, immergere è la parola giusta perché, nelle vicende dei protagonisti delle sue storie, i luoghi non sono solo ben descritti ma accompagnano il lettore con sensazioni ora lievi ora importanti, frutto di uno stile efficace che solo un vissuto sa dare. Per capirci, come inserimento dei personaggi nel fondamentale ambiente che li circonda, stilisticamente mi ricorda la penna di Erri De Luca.
Incuriosito da questo nuovo romanzo, avevo paura di annoiarmi leggendo un giallo impersonale, vista la difficoltà che ritenevo quasi insormontabile di narrare vicende che avvengono nel continente bianco, così distanti dalla nostra quotidianità. Invece Irene Blundo torna a sorprenderci, ideando un giallo a sfondo ambientalista in cui una giovane ricercatrice, Kate, deve farsi molta forza per vivere in quel contesto così ostile sia dal punto di vista climatico che emozionale.
Anche in “Giallo Antartide” i vari personaggi sono ottimamente inseriti nei luoghi, regalandoci intense atmosfere. Il risultato nel complesso è di nuovo sorprendente.

Veniamo alla trama.
Il team di cui fa parte Kate sta facendo importanti ricerche per capire cosa sta succedendo alla calotta polare antartica e al pianeta in generale per colpa del cambiamento climatico. Si troveranno a che fare con iceberg, pinguini, foche e tanto duro lavoro di prelievo e analisi.
Tutto risulta difficile, non solo la fase esplorativa fuori dalla Base, a -40 gradi, in un deserto di ghiaccio, con un’attenzione scrupolosa all’equipaggiamento.
Anche all’interno della Base le ore trascorrono duramente, comprese quelle del poco tempo libero. Per parlare con il marito Carlo, a Washington, ci sono 18 ore di fuso orario da rispettare e lo schermo di un computer. Per i viveri bisogna attendere complicati rifornimenti. I rapporti con i colleghi, come l’amica Ilaria, in un ambiente chiuso dove niente è scontato -nemmeno una semplice passeggiata – a volte possono diventare tesi. E il Natale che sta per arrivare?
Potrei continuare, ma non voglio svelare troppo.

“Kate guardò la sua camera, piccola ed essenziale, con le pareti bianche tranne una verde come i prati che in Antartide non esistono. La finestra piccola, chiusa per non far entrare il bagliore accecante da fuori”. 

Per fortuna nella Base c’è una piccola biblioteca dove potersi scegliere qualche libro da portare in camera. E così Kate cerca i gialli, ma un Capo un po’ strano le spoilera i finali, togliendole anche quel poco di evasione possibile e mandandola su tutte le furie. Perché si comporta così? Vuole solo metterla alla prova o c’è dell’altro?
In quel contesto durissimo in cui il lettore si calerà in fretta, Kate comincerà ad avere il sospetto che ci sia qualcosa di nascosto nell’attività della Base. Si tratta solo del frutto della sua immaginazione o veramente alcuni colleghi hanno dei segreti da mantenere? Cosa scoprirà?

La trama è lineare e la lettura scorre benissimo, lasciando quel velo di suspense fino ad arrivare allo strano finale.
Complimenti a Irene Blundo per l’idea, lo stile narrativo e per il duro lavoro di ricerca che sicuramente è presente dietro a un’ambientazione così particolare.
Puntuale come sempre la casa editrice Effigi di Arcidosso nel dare spazio a firme locali di qualità.

Fai anche tu il tifo per Kate: “Giallo Antartide” di Irene Blundo è una lettura da non perdere.

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