Ebbene sì, finalmente ho letto il romanzo “Vite sbeccate” di Dianora Tinti, Pegasus Edition (in foto di copertina).
Pubblicato nel 2019, ha indubbiamente riscosso un gran successo, testimoniato da vari riconoscimenti prestigiosi tra i quali ricordiamo il recente primo premio del Concorso Letterario di San Giuliano Milanese nella sezione libri editi e il Premio del territorio per la letteratura nell’ambito del famoso Premio Internazionale Capalbio 2019.

Chissà…Forse pensavo che questo romanzo non avesse bisogno di me, visti i successi e le decine di ottime e competenti recensioni.
Prendendo spunto dalla frase di un celebre film, dico spesso che i romanzi e le poesie -come tutte le opere d’arte- non sono solamente di chi le scrive, ma soprattutto di chi le legge o le ammira. È colui che legge un romanzo che lo fa suo, che “assorbe” quello che più sente vicino al suo sentire.
Sarà che questo romanzo mi ha chiamato adesso, …sarà per la curiosità, …sarà perché nelle nostre letture c’è il momento giusto per ogni libro, …fatto sta che mi sono deciso a leggerlo!

Spero che la scrittrice e critica letteraria grossetana, Dianora Tinti, non si imbatta mai in questa pagina, perché -ahimè- non sono un illustre recensore ma, come sai, solamente un appassionato di lettura e scrittura che si diletta anche a segnalare libri sul proprio blog. E come sai, qua ho parlato di molti autori maremmani, ma sempre “alla mia maniera”, forse più da amico che da esperto.
Voglio provarci ugualmente a scrivere qualche rigo su “Vite sbeccate“, per far capire a te, mia cara lettrice o mio caro lettore di paginecuriose.it, il perché io abbia apprezzato molto questo romanzo.

Non saranno la Russia di inizio Ottocento di “Guerra e pace” o le campagne inglesi di “Orgoglio e pregiudizio” a far da sfondo a questa storia, ma ti assicuro che i paesaggi dell’Argentario e della storica Gradara un certo effetto lo fanno, eccome! Soprattutto se descritti a quel modo.
Ho tirato fuori i due capolavori sopra non a caso. Già, perché in “Vite sbeccate” -ambientato ai tempi d’oggi tra Argentario, Roma e Gradara- Dianora Tinti entra con prepotenza nei personaggi ricordandomi Tolstoj, oltre a riuscire a dipingere le loro tante sfumature caratteriali così bene da ricordarmi Jane Austen.
Adesso, tu che mi stai leggendo comprendi bene che non sto mettendo a confronto le opere, ma sto semplicemente paragonando le sensazioni che mi ha dato la penna dell’autrice di Vite sbeccate a quelle dei due maestri Tolstoj e Austen. Da lettore, non è assolutamente scontato imbattersi in romanzi contemporanei così ben articolati e caratterizzati. Gran bel modo di scrivere quello di Dianora Tinti, non c’è che dire!

“Vite sbeccate” di Dianora Tinti è proprio un bel romanzo! Coinvolgente, scorrevole, vivace, e intenso nello svelare un po’ alla volta l’interiorità dei personaggi. Ottimo l’intreccio narrativo, che si svela al lettore andando avanti nelle pagine.
Viola, forse la vera protagonista, scopre i lati del proprio carattere un po’ alla volta, nel corso delle vicende che affronta, nei dialoghi, nei gesti. E così fanno anche tutti gli altri personaggi principali: Andrea, Angelo, Federico, Gianluca, Aliènor,… Grande esempio stilistico di show,don’t tell di Dianora Tinti. E grande capacità nel passare con disinvoltura da un personaggio all’altro.
Le loro vite si avvicinano, si urtano, si sbeccano o si allontanano. Viola, nei suoi tormenti amorosi, all’inizio mi sembrava così fragile tanto da rompersi, ma la sua determinazione finale invece mi sorprenderà. Mi ha ricordato le nostre scogliere dell’Argentario, che prendono schiaffi dal mare, si modellano, si levigano, …ma sono lì sempre, rocciose e immobili. E non so nemmeno se chiamarla protagonista o no questa Viola, nonostante tutta la storia o quasi giri attorno alle sue vicende personali: nel romanzo la parte principale è piuttosto giocata da queste continue interazioni tra esistenze e sentimenti: relazioni, amore, violenza, paura, rassegnazione, speranza. Forse è proprio il vivere in sé il vero protagonista della storia, come ci suggerisce il titolo.

Andando avanti con la lettura e rimanendo in tema, si ha la sensazione di stare in mare su una barca ad ammirare la costa meravigliosa, ma ci si deve reggere forti per non cadere, perché le onde sono sempre lì a cercare di portarti dove vogliono loro. O, cambiando contesto, il romanzo dà la sensazione mista tra vertigini, potenza e paura che si ha dall’alto di una fortezza medievale. Argentario e Gradara.
E poi questi personaggi di Vite sbeccate, pensandoci bene, sembrano amici, o conoscenti,…insomma persone vicine a noi, con i nostri problemi e i vari modi di affrontarli. Forse è proprio questa la forza del romanzo: raccontare vite a noi piuttosto familiari o quasi, nel modo più vivo che si possa fare.
Si finirà con l’odiare un solo dei personaggi, mentre tutti gli altri -buoni, antipatici, scorbutici, eroi o vittime- ci sembreranno persone della porta accanto. Penso al buon cuore di Federico, oppure alla poco socievole Aliènor che alla fine ci mostrerà un lato completamente nascosto.
E poi, verso metà romanzo, la frase riferita ad un altro dei personaggi femminili, Adriana, forse da sola vale il prezzo del libro: “…ma di colpo capì che voler bene è quell’attimo in cui il cuore scoppia di felicità o di dolore …”. Meravilgiosa.

La mia sensazione alla fine della lettura è stata quella che io non sarei proprio in grado di scrivere un romanzo così ben articolato, nonostante la mia autostima da sognatore nello scrivere.
Quindi, sinceri complimenti a Dianora Tinti, famosa scrittrice, giornalista, critica letteraria, blogger di “Letteratura e dintorni”, vincitrice di concorsi e riconoscimenti nazionali e internazionali, ecc ecc.
Ricordiamo anche i suoi precedenti romanzi: “Il pizzo dell’aspide”, “Il giardino delle esperidi” e “Storia di un manoscritto”.
Però vorrei segnalarla soprattutto nella veste competente e amichevole nella trasmissione che va in onda su TV9 il venerdì sera “Quante storie vuoi” dove, insieme alla conduttrice Francesca Ciardiello e all’editor e traduttore Enrico Bistazzoni, si occupa piacevolmente di romanzi nuovi o ben noti. Complimenti all’impostazione della trasmissione e al loro modo di parlare al pubblico, perché non è facile proporre cultura in prima serata. …E da parte mia questi complimenti valgono doppio visto che, caratterialmente, io sono più un tipo alla “Scoprendo Forrester” da libro, penna e divano.
Forse mi sono dilungato troppo. Un’altra volta magari scriverò qualcosa su questa trasmissione.
Intanto, buone letture e buone trasmissioni letterarie a tutti!

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Consigli dal blog

Avevo già parlato di Dianora Tinti nel mio articolo “Bruno Vespa premiato all’Argentario” (clicca qui) in occasione della prima edizione del Premio giornalistico Enrico Basile, in cui la scrittrice era presente alla cerimonia.
Ti invito a seguire la mia sezione LIBRI (clicca qui) in cui parlo di scrittori BIG e AUTORI LOCALI della Maremma.
Se ti va, potresti anche dedicare un po’ del tuo tempo a leggere e commentare qualche mio racconto o poesia nella sezione MIE OPERE (clicca qui).
Tieni sotto osservazione anche la mia NeverLibrary -La biblioteca che non c’è– (clicca qui), dove promuovo e promuoverò l’acquisto di libri, ma anche segnalazioni, poesie, opere meno conosciute, e molto altro. Non ho avuto la possibilità di aprire una mia libreria? Be’, adesso dovrai sopportare la mia biblioteca astratta! Ci saranno grosse sorprese!