In piena emergenza sanitaria, in questi giorni in TV e sui giornali si parla di interventi di economia. E allora spieghiamo MES, Coronabond, BCE ed Euro in parole povere, affinché si riesca a fare un minimo di chiarezza anche per i non addetti ai lavori.

Partiamo dall’Euro.
L’Euro è la moneta dell’Eurozona che ha sostituito definitivamente la nostra Lira Italiana nel 2002.
Il simbolo dell’Euro si ispira alla lettera greca ε (epsilon). Le due linee parallele rappresentano la stabilità della moneta.
L’Euro è coniato da centri autorizzati dall’Unione Europea, che possono essere le Zecche di Stato oppure Istituti privati.
La Banca Centrale Europea (BCE) non emette moneta materialmente, e non è coinvolta in operazioni di cassa. Il suo obiettivo principale è la stabilità dei prezzi. Teniamo ben presente questo concetto, perché tutto il mio articolo fa perno su questo punto. La BCE cerca infatti di controllare che l’inflazione dell’Eurozona sia, in pratica, vicina ma inferiore al 2%. Controlla cioè la quantità di denaro in circolazione nell’Eurozona.
Per farla semplice, in generale più soldi vengono stampati e messi in circolazione, più l’inflazione aumenta, ossia la moneta si svaluta e i prezzi aumentano.
Un’inflazione molto alta e soprattutto incontrollata è sicuramente un dato molto negativo per l’economia di un Paese. È uno svantaggio principalmente per i cittadini, perché con i salari non riescono a restare nella scia dei prezzi dei beni di prima necessità, delle bollette, ecc ; e vedono inoltre i loro depositi in banca perdere valore in pochissimo tempo. Se hai depositata una somma con cui potresti pagarti una crociera, ad esempio, con un’inflazione fuori controllo rischi dopo poco tempo di poterci comprare un biglietto del cinema. Rischi che se il tuo stipendio non è adeguato rapidamente all’inflazione, di non farci nemmeno la spesa per un giorno. Ho reso l’idea di un’inflazione elevatissima e fuori controllo?
Una bassa inflazione con una forte moneta stabile è invece segno di una buona economia in cui gira il denaro.
Al contrario, nei periodi di crisi si potrebbe anche verificare l’effetto opposto, ossia la deflazione: un abbassamento del livello generale dei prezzi. Da non confondersi con un rallentamento del tasso di inflazione. Una cosa è un aumento dei prezzi che rallenta, un’altra cosa è proprio la diminuzione generale dei prezzi (deflazione).
In deflazione il denaro vale di più, ti permette di acquistare più cose, ma è segnale di consumi contratti e quindi scarsa circolazione di moneta.
Cenni storici.
Perché la Germania punta sulle politiche di Austerity e sul controllo dell’inflazione?
Perché dopo la sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, per far fronte alla crisi economica ed ai pesanti debiti di guerra accettati nel Trattato di Versailles del 1919 (poi rivisto), come intervento stampò in grande quantità nuove banconote da immettere nell’economia del Paese, aumentando quindi l’inflazione. Questa, però, raggiunse un livello fuori-controllo, con conseguenze devastanti per il popolo. Per capirsi, nel 1923  un chilo di pane arrivò a costare 400 miliardi di Marchi.
Alla lunga la crisi fece rafforzare i movimenti nazionalisti, fino ad arrivare al Nazismo e alla Seconda Guerra Mondiale.
I debiti di guerra della Germania sconfitta furono rivisti nel 1963 e nel 1990 dopo la riunificazione delle due Germanie (fonte Sole 24 Ore, clicca qui), con accordi a cui acconsentirono anche Paesi come l’Italia e la Grecia.
E in Italia? Nel nostro Paese possiamo ricordare che dal 1973 al 1984 l’inflazione superava di regola il 10%, tra i valori più alti in Europa, con una continua rincorsa dei salari ai prezzi al consumo.
Una inflazione alta porta anche tassi sui mutui e sui prestiti alti, non dimentichiamo. In più lo Stato, per far fronte alle sue spese, deve vendere più Debito Pubblico pagando quindi più interesse.
Ti consiglio di leggere il mio articolo del 2019 in cui spiegavo facilmente spread e debito pubblico:
spread Cos’è lo spread? Spieghiamolo in parole povere (clicca qui).

Qualche dato sull’economia italiana.
Attualmente il debito pubblico italiano è circa 2400 miliardi di Euro, ovvero il 130% del nostro PIL che si attesta sui 1700 miliardi di Euro. Nell’Eurozona il nostro debito è secondo solamente alla Grecia. Qual è il problema più grande nell’ avere un Debito così elevato? Il problema è che ci devi pagare l’interesse, se no il tuo Titolo emesso per far fronte al Debito non lo compra nessuno. E più un’economia non va bene, più devi vendere il tuo Debito con un alto tasso d’interesse come rendimento, per renderlo appetibile. Se no, chi rischierebbe di prestarti i soldi senza ricavarci un buon profitto?
Per capirci, ogni anno l’Italia paga circa 65 miliardi di Euro per interessi sul Debito.
Pensa che invece la Germania, con una economia solida, attualmente se emette Debito a lungo termine lo può fare ad interesse negativo, cioè sta guadagnando sui soldi che le vengono prestati.
Ti ri-suggerisco: non perderti il mio articolo sullo spread dello scorso anno (clicca qui).
Quindi, ricapitolando, se uno Stato per difendere la sua economia stampa denaro senza fine per comprarsi il proprio Debito, potrebbe rischiare alla lunga un’inflazione incontrollata.
Nell’Eurogruppo gli Stati non possono stampare moneta a loro piacimento.

La Banca Centrale Europea (BCE). Differenze con la FED.
Come ho già scritto, la BCE ha come primo scopo la stabilità dei prezzi. In parole povere, controllando la quantità di moneta circolante, mantiene l’inflazione sotto una certa soglia.
La BCE non stampa moneta. Può intervenire con alcune manovre di Quantitative Easing, ad esempio comprando i Titoli di Stato emessi dai singoli Paesi dell’Eurogruppo, ma ciò avviene sul mercato secondario, quello tra operatori per capirci. Cioè la BCE non può comprare direttamente Debito Pubblico dai suoi Stati stampando più banconote!
Invece la famosa FED, la Banca Federale degli Stati Uniti, ha come primo obiettivo il raggiungimento del massimo impiego.
Sì, hai capito bene. Mentre il fine principale della BCE è la stabilità della moneta, quello della FED negli USA è aumentare al massimo l’occupazione.
Ne consegue che ha compiti molto diversi. Per farla breve, la FED può comprare direttamente Titoli di Stato (il Debito tra i vari Stati degli USA è comune) stampando più banconote, …e mettendo quindi in circolazione più moneta.
Quando la BCE va a comprare Titoli di Stato per aiutare i suoi Stati europei, lo fa sul mercato secondario e quindi i vari Stati pagheranno su quei Titoli un tasso di interesse diverso. Chi soffre di più economicamente, paga di più!
Per far fronte alla crisi “Coronavirus” sia la BCE che la FED sono intervenute con l’acquisto di Titoli.
La BCE, con gli acquisti di adesso, è arrivata nel totale a superare i 5.000 miliardi di Euro di Titoli posseduti, creando un portafoglio pari al 43% del PIL complessivo dell’Eurogruppo.
La FED è passata in poco tempo da 4.000 miliardi di Dollari a 6.000 miliardi di Dollari di Titoli (in pratica ha aumentato il portafoglio del 50%, arrivando al 28% del PIL degli USA).
L’Europa sta quindi dando una risposta più lenta degli USA. È stato sospeso il Patto di Stabilità per le spese dovute all’emergenza,… sono stati fatti altri interventi, …ma non basta.
L’Eurogruppo sta studiando altre vie, tra cui una linea preferenziale sul MES, mentre l’Italia spinge per i cosiddetti “Coronabond”.

Cos’è il MES?
Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), detto anche Fondo Salva Stati, è un’organizzazione intergovernativa europea che serve per fornire assistenza finanziaria ai Paesi dell’Unione che incorrono in problemi economici. Approvato dal Parlamento Europeo nel 2011, “accolto” dal Parlamento italiano nel 2012, il MES è in pratica una co-assicurazione degli Stati dell’Eurogruppo, i quali versano le loro quote differenti per alimentare il Fondo.
Se uno Stato in sofferenza vuole accedere al MES, può richiederlo per ottenere credito, ma accettando un Protocollo d’intesa con il quale si impegna in specifici interventi: anche in dure manovre correttive o strutturali per riportare i conti in ordine se versa in una grave situazione, come ad esempio successe per la Grecia, ma non solo.
Richiedendo l’intervento del MES (che quindi deve essere accettato dall’Organizzazione), uno Stato deve perciò accettare il controllo della Troika (Commissione Europea, BCE, Fondo Monetario internazionale).
L’Italia, negli ultimi anni, nonostante debba tenere sotto osservazione l’elevato Debito Pubblico, ha il resto dei conti in ordine, rientra nei parametri Deficit/PIL e non ha mai chiesto accesso al MES. Tanto per capirci.
Prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria mondiale, si stava discutendo su una riforma del MES che dovrebbe partire in futuro e che prevede, tra le varie cose, una sorta di privatizzazione dell’Organizzazione che gestisce il Fondo.
L’accettazione o no di questo nuovo MES era motivo di ampio dibattito tra le varie forze politiche in Italia e in Europa.
Adesso l’attenzione si è spostata sull’apertura di una linea di credito sul vecchio MES, per fronteggiare le spese sanitarie dovute all’emergenza “Coronavirus”. In pratica alcuni Stati chiedono di aprire una linea di credito più leggera, di importo pari al 2% del PIL nazionale, per far fronte alle inattese e ingenti spese sanitarie di questo periodo. Per l’Italia, se dovesse in futuro far richiesta di questa parte di MES, si tratterebbe di ricevere circa 37 miliardi di Euro.
Adesso è utile il MES all’Italia? No, perché il MES serve per un grave problema economico interno ad uno Stato, non per uno shock simmetrico esterno come può essere una pandemia.
Sarebbero utili i 37 miliardi di credito della linea privilegiata del MES? Sì, perché servirebbero per la nostra Sanità.
È la strada da seguire? Boh. Qui si scatena il dibattito tra i Partiti Politici e tra gli economisti.
Molti pensano che accettare questa linea di MES sia la scelta più giusta e immediata, da prendere al balzo. Altri pensano invece che questo potrebbe far crollare la reputazione dello Stato, con una possibile diffidenza dei Mercati che porterebbe ad un aumento dello Spread sui nostri Titoli di Stato. Quindi, da una parte ti entrano soldi a basso tasso d’interesse, dall’altra rischieresti di dover pagare un interesse maggiore per vendere il tuo Debito Pubblico.
L’intervento che secondo molti potrebbe servire all’Italia è la creazione di “Coronabond”.

Cosa sono i “Coronabond”?
Per Coronabond si intendono Titoli di Stato emessi direttamente dall’Unione Europea per far sì che gli Stati dell’Eurogruppo abbiano le risorse economiche necessarie per far fronte all’emergenza Coronavirus. In pratica con i Coronabond (quelli che prima dell’emergenza venivano sognati semplicemente come Eurobond) questo Debito Pubblico sarebbe messo in comune tra i vari Stati con costi uguali per tutti. Tutti pagherebbero lo stesso interesse per questi Titoli!
Alcuni Stati europei più virtuosi non vogliono un Debito Pubblico in comune, perché non vogliono accollarsi rischi economici di altri Paesi con economie più deboli. Così facendo però si mette al primo posto il denaro e l’economia, trascurando il cittadino come valore dell’Europa unita. E questi Stati virtuosi potrebbero comunque rischiare ugualmente crisi economiche di “riflesso” dagli Stati più deboli, visto il Mercato ormai comune.
Domanda: se un’Unione di Stati non guarda ai suoi cittadini, alla vita e alla salute, a cosa serve? Solo all’economia in se stessa? I Padri fondatori dell’Unione Europea avrebbero voluto questo oppure un’unità di valori, di benessere, di pace?
Non sono un economista, ma spero che chi ha il potere di decidere faccia le scelte migliori guidato dalla coscienza. Questa terribile emergenza sanitaria ci condurrà alla più grave crisi economica dal Dopoguerra: ospedali al collasso, migliaia di vittime, aziende ferme, negozi chiusi, occupazione crollata. Anche se si dovesse ripartire al più presto, l’impatto sul mondo del lavoro sarà devastante. Servono soldi per congelare le varie economie fino a quando non si potrà ritornare ai livelli di prima. Servono un mucchio di soldi; non spiccioli.
La BCE non può emettere Titoli di Stato? Non si possono cambiare velocemente i Trattati?
Secondo alcuni economisti, si potrebbe raggirare l’ostacolo grazie alla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), che potrebbe invece emettere il Debito Comune come finanziamento a lungo termine degli Stati dell’Eurogruppo.
Ma sono i soldi a servire all’uomo o è l’uomo che serve i soldi? Vedremo cosa decideranno in Europa.

Ti consiglio di visitare la categoria: Curiosità e consigli-CULTURA (clicca qui).
Inoltre, ti consiglio il mio articolo del 2019:
J. M. Keynes
J. M Keynes, teoria generale dell’occupazione, dell’interesse, della moneta e altri scritti” (clicca qui), in cui riporto anche parte di una lettera del 2011 inviata da Papa Bergoglio all’allora Premier inglese Cameron in vista di un G8, nella quale esortava a considerare l’uomo e non il denaro come fine dell’economia. Ancora inascoltata dai Grandi del mondo.
Spero di esserti stato utile con questo articolo di economia a grandi linee. Aspetto i tuoi commenti.
Buona lettura con paginecuriose.it .