Questo articolo non è un articolo di politica. In questo blog non si fa politica. Parliamo di Che Guevara. Rispondiamo a due domande: cosa significa “Che” e chi scattò la sua celebre foto, il “Guerrillero Heroico”? E insieme approfondiamo altri temi.
Se cerchi biografie complete ed esaustive, puoi trovare centinaia di siti. Qua invece cerchiamo di approfondire solamente curiosità che mi sono state poste. Alla fine ti svelerò cosa mi ha spinto a scrivere questo articolo.

Ernesto Rafael Guevara de la Serna, noto come Che Guevara o El Che, nasce a Rosario in Argentina nel 1928: sul giorno esatto le varie fonti differiscono, ma diciamo che gli è stato attribuito il 14 Giugno. Primogenito di una benestante famiglia borghese (padre imprenditore e madre attivista politica), aveva due fratelli e due sorelle. Causa i suoi gravi problemi di asma, la famiglia -che però non sempre possedeva finanze floride- deve trasferirsi in una zona dal clima più secco: prima Cordoba e poi il villaggio di Altagracia.
In gioventù è appassionato di scacchi, di rugby, ammiratore di Gandhi e delle poesie di Neruda. Questa ultima passione lo spinge a scrivere diverse poesie. Nonostante la sua estrazione sociale, le sue amicizie sono rivolte principalmente ai coetanei poveri di Cordoba.
A causa dell’asma viene riformato dal servizio militare. Si iscrive all’Università: ingegneria, per poi passare a medicina.
A partire dal 1950 iniziano i suoi viaggi prima in solitaria, poi in moto con l’amico Alberto Granados. Fermandosi in interventi come infermiere o medico, visita zone disagiate in Sud America, recandosi nel nord dell’Argentina, in Brasile, Trinidad e Tobago, Cile, Venezuela, Perù…
In questi suoi anni di viaggi, avendo visto con i propri occhi la povertà profonda e essendo venuto in contatto con le teorie marxiste, comincia a vedere il Sud America come un’unica entità da liberare.
Ritorna in Argentina e si laurea in medicina all’Università di Buenos Aires nel 1953, specializzandosi in allergologia.
Continua i suoi viaggi in America Centrale e Meridionale, visitando principalmente paesi nei quali sono presenti moti rivoluzionari, proponendosi come medico. In Guatemala prende i primi contatti con esuli cubani legati a Fidel Castro e conosce la prima moglie, Hilda Guinea, dalla quale avrà una figlia. In Messico conosce Raul Castro, fratello di Fidel Castro.
Aderisce al movimento guidato da Fidel Castro, col ruolo di medico, per liberare Cuba dalla dittatura di Fulgencio Batista. È in questa situazione che gli verrà dato il soprannome “Che”, intercalare argentino che il medico Ernesto Guevara metteva nelle sue frasi e che quindi suonava particolare ai cubani. Da quel momento sarà Che Guevara, come lo conosciamo ai giorni d’oggi.
Nel novembre del 1956 si imbarca per Cuba con 82 rivoluzionari, ma appena sbarcati, saranno costretti a scappare nelle paludi. Ecco la prima scelta del Che: trasportare uno zaino di medicamenti o una cassa di proiettili? Sceglie le munizioni. Da allora inizierà la sua vera e propria vita da soldato, nelle guerriglie tra i monti cubani, dove mostrerà il suo grande carisma e sarà seguito dalla popolazione locale. Il 1 Gennaio 1959 l’esercito rivoluzionario sconfigge definitivamente Batista. Fidel Castro è il grande vincitore della rivoluzione insieme ai suoi combattenti.
Che Guevara ottiene la cittadinanza cubana. Divorzia da Hilda Gadea e si risposa con la rivoluzionaria cubana Aleida March, dalla quale avrà quattro figli.
Riceve numerosi incarichi dal governo cubano, fermando la sua attività di combattente. Visiterà in questi anni, nelle varie delegazioni: Medio Oriente, Africa, Unione Sovietica, Cina ed Europa. Nel 1961 diventa Ministro dell’Industria e dell’Economia di Cuba.
Ammiratore di Lenin, oppositore del capitalismo e delle politiche interventiste americane, dopo la rivoluzione criticherà anche l’eccessiva burocratizzazione del comunismo sovietico.
La celebre foto conosciuta da oltre 50 anni, è del 5 Maggio 1961, scattata dal fotografo Alberto Korda durante la commemorazione degli oltre cento civili morti con l’esplosione di una nave belga nel porto dell’Avana avvenuta l’anno precedente. Alberto Diaz Guitierrez, conosciuto come Alberto Korda, con la sua macchina fotografica caricata con pellicola in bianco e nero, appena vede apparire il Che sul palco, per riflesso scatta due foto da una distanza tra 8 e 10 metri. La redazione del suo giornale però pubblicherà altre sue foto, privilegiando Castro. Korda invece, che adorava quei due scatti, ne realizza una versione ritagliata, ingrandendola. È la celebre foto che tutti conosciamo come Guerrilero Heroico (pubblico qua sotto).

Che Guevara

Nel 1962 tutto il mondo rimane col fiato sospeso per giorni per la crisi missilistica di Cuba, con la paura della Terza Guerra Mondiale. Per Che Guevara, il ritiro dei missili sovietici da Cuba è invece una specie di tradimento: avrebbe preferito una guerra mondiale contro l’imperialismo.
Nel 1964 si confronta con l’Onu denunciando proprio il dominio dell’imperialismo, principalmente statunitense. In seguito sempre all’ONU, a New York, accuserà gli americani di aver cercato di ribaltare il governo di Cuba.
Ultima famosa apparizione pubblica in veste politica, nel febbraio 1965 ad Algeri.
Il 3 Ottobre 1965 Fidel Castro rende pubblica una precedente lettera del Che dove spiegava la sua volontà di lasciare Cuba per lottare contro l’imperialismo in altre parti del mondo. Rinunciava così agli incarichi e alla cittadinanza cubana.
Il Che combatte in Congo guidando un contingente cubano a fianco del governo filo-sovietico contro quello filo-statunitense, ma a seguito di svariati fallimenti militari dovuti a scarso addestramento dei militari del luogo, malattie ecc, è costretto ad abbandonare.
Si reca in viaggio in diversi luoghi, tra cui Praga e la Repubblica Democratica Tedesca, tornando poi per un breve periodo in incognito a Cuba.
Nel 1966 raggiunge la Bolivia, dove addestrerà truppe rivoluzionarie, con le prime guerriglie che iniziano nel marzo del ’67 e che porteranno il fuoco della rivoluzione in numerose zone. Contro i rivoluzionari interviene anche la CIA e un contingente di Rangers addestrati per combattere in zone impervie.
Numerosi sono gli scontri tra i rivoluzionari del Che e l’esercito bolivano fino a che, nel settembre 1967, Che Guevara viene ferito, disarmato e catturato. Il 9 ottobre 1967, secondo la maggioranza delle fonti, viene eseguita la sua condanna a morte a La Higuera, in Bolivia.
Il corpo viene trasferito a Vallegrande ed esposto a giornalisti e fotografi come un trofeo per la propria vittoria. Invece quel gesto, quelle foto, ebbero l’effetto contrario: buona parte dell’opinione pubblica considerò il Che un martire della rivoluzione, un combattente morto a difesa dei più poveri.
Il suo corpo viene gettato in una fossa comune sempre a Vallegrande, nonostante le richieste del fratello di restituzione della salma.
I resti di Ernesto Guevara sono stati ritrovati nel 1997 e successivamente trasportati a Cuba e tumulati nel mausoleo a Santa Clara.
Oggi i cubani che si recano al mausoleo portano doni al Che chiedendo intercessioni.
Per molti altri invece è ancora simbolo di rivoluzioni.
Noi europei invece vediamo ogni giorno l’immagine del Che come oggetto di merchandising: su magliette, poster, e oggetti vari. Quello che proprio lui non avrebbe sicuramente voluto.
La sua celebre foto di Alberto Korda fu infatti trasformata nel 1968 dall’artista irlandese Jim Fitzpratick nella famosa immagine stilizzata che oggi usiamo. L’intento dell’artista irlandese era stato quello di diffondere l’immagine del Che per farlo così ricordare, un icona che doveva restare nella memoria di tutti. A quei tempi dove non esistevano fotocopiatrici o e-mail, l’artista ricalcava sul vetro l’immagine da lui stilizzata per crearne copie, alcune delle quali venivano richieste da gruppi rivoluzionari. Siamo appunto nel ’68. Fitzpatrick  non avrebbe potuto immaginare che quell’immagine, invece che l’icona di rivoluzioni, potesse essere sfruttata come oggetto di commercio.
Concludo con un aneddoto sul celebre scatto di Albero Korda. Sai perché si è diffuso? Pochi mesi prima della morte del Che, Giangiacomo Feltrinelli si recò in Sud America e in seguito incontrò Korda. L’editore rimase colpito da quella foto e la chiese a Korda, il quale gliene regalò due copie. Regalò vuol dire che il fotografo non chiese soldi per quella che sarebbe diventata, grazie a Giangiacomo Feltrinelli, una delle foto più conosciute al mondo. Ma non gliene importò mai di guadagnare su quello scatto.

Ecco cosa mi ha spinto a scrivere questo articolo. Guarda la foto di Che Guevara, il Guerrillero Heroico.
Cosa colpisce di quella foto? Lo sguardo serio, fisso, che guarda in avanti, con i lineamenti molto delicati in quell’aspetto un po’ trascurato. Lo sguardo di una persona che è stata sì un rivoluzionario con cui si può essere d’accordo oppure no, e il berretto ci ricorda di un soldato che ha ucciso molti uomini. …Ma in quella foto appare principalmente come un uomo che guarda in lontananza, verso un futuro che sogna ma che non conosce. Come tutti.
Come ho scritto all’inizio dell’articolo, non scrivo di politica.

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