Ricordo che diversi anni fa, durante una trasmissione in Tv, ascoltai un frate che riportava un breve racconto tibetano. Forse non ricordo bene l’origine e il luogo del racconto, e magari mi potrai aiutare se conosci le vere fonti di quello che sto per scrivere. Ma in questo ultimo periodo questa storia mi è tornata alla mente più che mai, … soprattutto oggi, ricorrenza religiosa.
Perché? Ti starai chiedendo.
Perché sono settimane che leggo e sento parole di odio ovunque: sui social, sui giornali, alla Tv, per strada.
Ultimamente, solo per fare un esempio, scorrendo i social trovo moltissimi post dove tutto viene classificato per categorie.
E così, in base a quello che penso, a cosa faccio, a cosa leggo o guardo in tv, al partito che vorrei votare, alla squadra di calcio per cui faccio il tifo, al colore dei capelli, al mio colore preferito ecc…, scopro di essere stupido, criminale, superficiale, falso, ipocrita, ladro e tanto altro.
Io, come tutti quelli che leggono. Sembra che l’importante sia solo aver qualche categoria da odiare.
Già, perché:
“chi fa così … è così …”
“chi la pensa così … è questo…”
“chi ascolta queste persone è …”
“chi vota questo partito è …”
“chi tifa questo, è …”
“chi si veste così, è …”
per finire con la frase ricorrente “se anche tu la pensi come questi, allora non parlarmi più/non seguirmi più/toglimi l’amicizia”.
Ma questo vale non solo per i social, ma anche per mass media,… ma vale anche se vai a farti una passeggiata, se entri in un negozio o prendi un caffè al bar.
Basta!
Basta classificare, catalogare, insultare, offendere tutto e tutti! Esistono pure i colori, non solo il bianco e il nero.
Basta con questo odio anche tra persone che si conoscono!
Ci stiamo tutti allontanando sempre più gli uni dagli altri. Siamo bravi a professare amore, pace, integrazione con chi è lontano. Ma oggi odiamo il vicino di casa, l’ex compagno di scuola, il passante.
Serve un passo indietro di ognuno di noi. Basta odio.
E allora mi viene in mente questa breve storia tibetana, o almeno credo, che anni fa ascoltai in tv.
Raccontava più o meno così:

“Ero in montagna.
Vidi un’ombra in lontananza. Ebbi paura, pensavo fosse di una bestia feroce.
Mi avvicinai. Vidi che era un uomo.
Mi avvicinai ancora di più. Vidi che era mio fratello.”

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Consigli dal blog

Oggi leggi ciò che vuoi su questo blog paginecuriose.it. Oggi non ti consiglierò niente di specifico. Spero nei miei circa 350 articoli di non aver mai odiato nessuno, ma se l’ho fatto chiedo scusa.
E se non vuoi leggere altro, oggi non importa. Basta che fai un sorriso a chi ti è accanto.