Origine e significato del termine

Oggi parleremo di una curiosità linguistica per quanto riguarda un termine, la parola “camalli”, molto popolare sui mass media in questo periodo in riferimento ai lavoratori portuali.
Da curioso come sono, convinto che nella vita non si finisca mai di imparare, sentendo ripetutamente il termine in questi giorni sono andato a cercare le origini della parola “camalli” (documentandomi online su comune.genova.it e su wikipedia.it).
Ho scoperto quindi che “Camallo” è un termine genovese di origine araba.
Stava a indicare il lavoratore che nel porto di Genova scaricava a spalla il carico delle navi, portandolo dalle stive a terra.
Deriva dall’arabo “hammāl” che significa “portatore”, “faticatore”. Ricordiamo che l’antica repubblica marinara di Genova aveva importanti rapporti commerciali con i musulmani, in particolare con i Turchi.
Ovviamente il lavoro dello scaricatore era molto fisico, cioè che veniva svolto senza ausilio delle macchine e perciò estremamente faticoso. Necessitava quindi di notevole forza fisica e impegno.

E oggi?

Ascoltando i telegiornali e leggendo i giornali, ci si rende conto che da allora la parola camalli si è così diffusa tanto da essere, a volte nel parlar comune, estesa ai lavoratori portuali in generale ma non solo di Genova, anche degli altri grandi porti italiani.
Oggi saranno cambiati i tempi, ci saranno i macchinari ad agevolare le operazioni di carico e scarico nei porti, ma il lavoro dei portuali in generale rimane sempre tra i più duri e tra i più importanti nella logistica di un Paese.
E più i lavori sono duri, più si crea uno spirito di unità tra le persone.
Aspetto i tuoi commenti e i tuoi suggerimenti nel caso in cui fossi a conoscenza di qualche prezioso approfondimento in proposito al termine “camalli”. Grazie mille.

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