Mi dispiace scrivere un articolo del genere, ma sapete quanto molto io  scriva dietro umori e sensazioni. Il Paese che odia le famiglie è un pensiero che da anni mi balena per la testa ed in questo periodo esce fuori con tutta la sua forza. Non è assolutamente un preciso messaggio politico, perché la tendenza a mettere da parte le famiglie e a puntare sull’Io è ormai la tendenza della società moderna da anni, forse decenni. E nel nostro Paese, il mettere da parte le famiglie è una linea seguita volontariamente o involontariamente da diverse forze politiche già da un lungo periodo.
Adesso però l’emergenza sanitaria ha accentuato il problema: le famiglie sono veramente in difficoltà! E la didattica a distanza è la ciliegina sulla torta!
Il Paese che odia le famiglie. Proprio così.
La famiglia è lo specchio della società, con pregi e difetti.
Mentre 20 o 30 anni fa in una famiglia poteva bastare un unico reddito, oggi nella maggioranza dei casi di famiglie con figli devono lavorare entrambi i genitori, grazie ad un potere d’acquisto dei salari devastato nell’indifferenza generale.
All’interno di una famiglia adesso ci possono essere genitori cassaintegrati, o precari, o disoccupati, o partite IVA con l’attività ferma, quindi con tutte le preoccupazioni economiche possibili, alle quali in alcuni casi purtroppo possono aggiungersi preoccupazioni sulla salute. Un genitore, con tutti i pensieri che ha in questo momento, pensa anche agli altri membri della propria famiglia, perché le sue scelte e i suoi eventuali sbagli ricadono su di loro.
Come si fa ad aiutare le famiglie in un Paese, come l’Italia, con un tasso di natalità tra i più bassi d’Europa? Non di certo con i pochi soldi di agevolazioni, assegni familiari, o detrazioni, annullate da quanto una famiglia spende in più in bollette, consumi alimentari, scuola, trasporto ecc ecc, con la relativa IVA che rientra nell’incasso dello Stato.
Sì, perché le famiglie spendono tanto e lo Stato incassa molto dalle famiglie.
Sono anni che è necessario un piano-famiglia, fatto di esenzioni come in tanti altri Paesi e non di futuri rimborsi.
Ma il piano famiglia non è mai arrivato.
E allora si è pensato bene, in tempo di crisi, di mettere da parte anche il tanto acclamato bonus figli, che sarebbe stata una bella boccata d’ossigeno.

“Famiglie, arrangiatevi”.
Come dicono in molti sui social: “Mica ve lo ha detto il dottore di fare i figli” . Giusto, nessuno ha obbligato a noi genitori stanchi ma sempre fieri delle nostre scelte! E se questa frase l’avessero pensata i genitori di scrive queste fesserie?
Poi si è pensato a mettere veramente la ciliegina sulla torta: la didattica a distanza.
La didattica a distanza è stato un passo fondamentale in questa crisi sanitaria per garantire la continuità didattica. Diciamo Bravo a tutto il personale scolastico che si è fatto in 4, partendo di corsa e conciliando il lavoro a distanza con i propri impegni familiari.
Ma è la soluzione per il futuro? La Scuola può essere considerata un computer, un video, un compito online?
E la socializzazione? E la campanella che suona? E il compagno in difficoltà al quale si dà una mano? E l’impegno preso con il professore guardandolo negli occhi, per migliorarsi con la futura interrogazione? E il toccare con mano i libri in classe, il prendere appunti con i compagni, lo sfogliare delle pagine, l’odore della carta?
Le famiglie, soprattutto quelle con i figli piccoli, sono già molto in difficoltà adesso a seguire il ritmo della didattica a distanza. Domanda: non è che poi ai più piccoli, stressati da questo continuo correre in casa, passerà la voglia di imparare? Speriamo di no, ma ne ho paura.
E poi non ditemi che noi genitori tutto ad un tratto siamo bravi ad insegnare come maestre, maestri, professoresse e professori che hanno fatto studi approfonditi per anni. Io credo proprio di no. Penso soprattutto alla difficile didattica per i bambini piccoli che devono imparare a leggere e a scrivere. Noi genitori siamo in difficoltà, ci stiamo impegnando,…e dopo?

Ma a Settembre 2020?
Bisogna mettere la Scuola in sicurezza, tutti teniamo ai nostri figli! Ma la soluzione non è continuare con la didattica a distanza, le classi alternate scuola-casa ecc ecc.
La soluzione è investire nella Scuola! Serve un piano Scuola che preveda sì la sanificazione giornaliera e la divisione delle classi per mantenere il distanziamento sociale, ma con un aumento di classi e aule per garantire a tutti la presenza giornaliera.
Servono quindi nuovi edifici scolastici o la ristrutturazione completa dei tanti edifici dismessi con il calo nascite/studenti. Servono quindi cantieri aperti durante l’estate. Serve l’assunzione di docenti e ATA, non gli incentivi a pioggia per computer e tablet. In una parola serve: la Scuola!
È un piano costoso, ma è un piano che in 3 mesi rilancerebbe anche l’occupazione in maniera pesante, intervenendo in un comparto che, come quello sanitario, è stato bistrattato per anni. Sempre e solo tagli.
Se in un Paese non si garantiscono Scuola e Sanità, ma dove si va a finire?
Ridateci la Scuola, in sicurezza. Una famiglia con bambini piccoli va in crisi con la didattica a distanza, perché non può lasciare un bimbo solo in casa e davanti ad un computer!
Ci si è mai pensato a questo? Va bene per un emergenza di qualche mese, ma se questa è la soluzione per settembre francamente rimango allibito.
Come si fa a non pensare alle famiglie? I genitori che fanno, rinunciano a lavorare per stare a casa a connettersi con le piattaforme scolastiche, videolezioni, video in classe ecc? Un bambino di 6, 7, 8 anni chi lo guarda? Ed è giusto che stia tutto quel tempo davanti ad un computer o un tablet a seguire l’intera giornata scolastica? Dove sono adesso tutti quegli esperti che sconsigliavano di far trascorrere troppo tempo ai bambini davanti ad un computer, un tablet o uno smartphone?
Come si è fatto a non distinguere la didattica a distanza per i ragazzi delle Superiori, o al limite quelli delle Scuole Medie, da quella per i piccolini delle Elementari?
Cosa penso? Che in Italia viga il solito motto: “famiglie, arrangiatevi; e al limite, se siete povere, vi dò qualche buono spesa, ma nel frattempo, arrangiatevi tra lavoro, corse, alzatacce, nonni, parenti ecc“. Non la pensano così?
Un ragazzo delle Superiori magari ci sta anche solo in casa col suo portatile a seguire le lezioni, senza considerare che in rete andrebbe sempre controllato, se minorenne. Ma un bambino delle Elementari proprio no, non può stare solo in casa e al computer! Ma è tanto difficile da capire?
E questa sarebbe la Scuola che garantisce stessi diritti a tutte le classi sociali? Sicuramente! Quello che succederà, sarà che chi potrà permettersi un maestro/baby sitter privato, potrà garantire una buona istruzione ai propri figli. E chi invece non potrà permetterselo, penso al 99% delle famiglie italiane, sarà di fronte alla scelta: lavoro e pago il mutuo o l’affitto della casa, oppure uno dei genitori resta a casa con i figli piccoli? E nella maggioranza dei casi finirà che ad essere penalizzata sarà principalmente la donna, che si farà carico dell’educazione e dell’andamento della casa, chiedendo permessi, ferie, part-time, o rinunciando al lavoro.
I miei complimenti a chi non vede il problema.
E non tiratemi fuori il discorso, sempre letto sui social, che “la scuola mica è un parcheggio” perché, giusto come informazione, la maggior parte dei genitori probabilmente preferirebbe essere ricca e non dover lavorare e godersi i propri figli piccoli, piuttosto che andare a lavoro per vivere. Sì, perché la maggior parte delle persone deve lavorare per vivere, e riesce a fatica a conciliare tutti gli impegni durante la giornata, facendo a botte col tempo che fugge via indifferente.
Resteremo per sempre: il Paese che odia le famiglie? Speriamo di no.
Investite sulla Scuola in sicurezza. Aiutate le famiglie, questa specie in via di estinzione. Se no, poi non domandatevi perché i bambini in Italia non nascono come nel resto d’Europa, basta ipocrisie!
Se no facciamo fermare il mondo, tanto  “a che servono i bambini?”.
Basta didattica a distanza! Scuola in sicurezza! Aiutate le famiglie!
È ora di cambiare.

Aspetto di sentire il tuo parere riguardo al mio articolo: Il Paese che odia le famiglie.

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Buona lettura con paginecuriose.it .