Racconto di fantasia.

In molte case ai tempi dell’emergenza. Lavoro a distanza e didattica a distanza. Famiglia con figli piccoli.

La mamma e il babbo sono in piedi dalle 6:00, per le faccende domestiche, telefonate, per la spesa uno di loro un paio di volte a settimana.

Ore 10:30

(figlio alle Elementari) Io alle 11:00 ho la video-lezione con la maestra di italiano.

(figlia alle Medie) Io devo inviare i compiti alla professoressa di matematica, per forza! E dopo, video-lezione di storia alle 11:30.

(mamma insegnante) Eh, …ma io alle 11:00 ho una video-lezione di inglese con i miei alunni di 2^. Come si fa?

(babbo) Eh no cara, io devo scrivere una e-mail importante per lavoro.

(figlio) Sì, ma se non mi faccio vedere alla video-lezione di italiano, la maestra si arrabbia!

(babbo) Ma me la fate scrivere questa benedetta mail?! Con lo smartphone ci metto un’ ora… È urgente! Devo spedirla per le 11:00.

(mamma insegnante) Aspetti! Io ho la mia lezione con i miei ragazzi di 2^,… mica fanno lezione senza l’insegnante!

(figlia) Ma io matematica quando la scannerizzo?

(Spunta il piccolino dell’Asilo) Mamma, io alle 11:00 ho la maestra che mi spiega il lavoretto di Pasqua,…ricordi mamma?

Gli altri 4 lo guardano come se avesse chiesto un lingotto d’oro.
(Coro) NOOO!

(il piccolino) Eh…mah…io… (pianto a dirotto).

Suona il telefono. Driiiin.
(la nonna) Per favore, mi stampate l’autocertificazione per le 11:00? Dovrei uscire per la spesa.

Dotazione informatica famiglia italiana media con figli piccoli: un notebook in salotto con segnale internet modello “segnale TV” nel casolare del film “Il ciclone”, più stampante a getto d’inchiostro con cartucce esaurite.

Così finisce che alle 11:00 :
Il piccolino dell’Asilo è al computer di casa, sulle gambe della mamma insegnante, a fare la videoconferenza con le maestre.
La mamma, che intanto guarda il monitor col suo piccolo, sta mandando un vocale con il suo smartphone sulla piattaforma online della scuola dove dice che tarderà di 10/15 minuti.
La figlia delle Medie si è collegata alla video-lezione di storia con il suo smartphone con mezz’ora di anticipo, aspettando l’inizio del collegamento per chiedere alla prof di avvertire la collega di matematica che i compiti potrà scannerizzarli non appena si sarà liberato computer e stampante di casa.
La nonna è seduta su un vaso sotto casa, in attesa che qualcuno scenda a portarle la stampa dell’autocertificazione. Alla fine deciderà di andare al supermercato senza foglio.
Il babbo scrive la sua mail con una penna su un pezzo di carta, per poi ricopiarla in seguito. Minuti persi a scrivere la mail su carta=12. Minuti persi a cercare in casa una penna e un pezzo di carta=12 (se possiamo considerare l’asciugatutto un pezzo di carta). Tutto questo mentre è collegato col suo smartphone alla video-lezione con la maestra di italiano del figlio delle Elementari: smartphone che dalle 11:30 emetterà Bip a ripetizione in quanto arriveranno i messaggi del Capo che ancora non ha ricevuto la mail.
I bip a ripetizione daranno fastidio alla mamma e alla figlia con le loro rispettive video-lezioni. Il malumore espresso come se non ci fosse un domani darà a sua volta fastidio al babbo, che non riesce a scrivere la mail sull’asciugatutto con una mano e con l’altra ad eliminare i suoni dal suo smartphone. Ricordo che il suo smatphone viene usato dal figlio delle Elementari seduto accanto a lui.

Ore 12:00, il piccolino dell’Asilo si ricorda dell’autocertificazione della nonna. Panico tra i genitori che si affacciano alla finestra. Ma ormai la nonna starà già pranzando.

Si arriva alle ore 13:00. Il computer di casa è rimbalzato tra la didattica a distanza della mamma, la e-mail del babbo e l’invio compiti di matematica della figlia delle Medie. Nel frattempo la mamma ha anche rifatto i letti e preparato il pranzo cambiando tre pentole per il ragù, il babbo ha riordinato la casa e apparecchiato la tavola, e il bimbo dell’Asilo è finito almeno tre volte nella video-lezione della mamma. Il bimbo delle Elementari sta giocando a pallone nel corridoio, urlando come alla finale dei Mondiali.

Alle 14:00, quando ancora tutti sono a tavola, in ritardo, alla TV c’è un servizio sul lavoro a distanza. Nel programma vengono prima esaltate le meraviglie della didattica a distanza che salva l’anno scolastico nella totalità delle famiglie, smart e multimediali, dove tutti hanno notebook personali e laurea in informatica, anche i bambini, e la rete internet è ovviamente identica e a disposizione di tutti in tutte le aeree del Paese. …E dopo nel programma si parla soprattutto del lavoro flessibile a distanza, lo smart working dove tutti felicemente nelle proprie case possono lavorare dal divano, meno e meglio, gestendosi orari e tempo in allegria.

Il computer di casa riparte alle 14:30, e rimarrà acceso fino alla Mezzanotte per la solita divisione familiare. Forse in questi giorni non si tratta proprio di smart working, ma di lavoro fatto a casa nel pieno caos, in cui le famiglie devono adattarsi.

Il bollettino delle 18:00 però riporta tutto su un altro piano, fa cambiare punto vista e priorità. Ancora vittime. Per qualche minuto in casa è il silenzio, grandi e piccoli ad ascoltare i terribili dati. Si vede il personale degli ospedali stravolto.
Quando finirà?
Il piccolino dell’asilo domanda: Ma i morti dove vanno?
In cielo, risponde la mamma.
E quando tornano, mamma?
Non gli risponde nessuno. Ma il piccolino aspetta una risposta.
Allora il babbo va a prendere un pallone.
Per una mezzora il babbo si mette a giocare a pallone in casa con i maschietti, mentre la mamma e la sorellina delle Medie fanno i portieri. Il tempo si ferma, tranquillo. In casa non si è bloccati, si è al sicuro.
Alla mamma scadrà il contratto a breve.
Il babbo non sa ancora se perderà o no il lavoro, la sua azienda non stava andando affatto bene ed in questo periodo è chiusa.

È pronta la cena.
In molte case ai tempi dell’emergenza.

(Racconto di fantasia di Francesco Palombo)

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